L’intervista a Franco Previte, Cristiani per servire: “Tema dell’Eutanasia” – Sordi On Line

di Franco Previte

La n/s Redazione di “Sordi on line” ha intervistato Franco Previte Presidente dell’Associazione Cristiani per servire, sulla tematica dell’Eutanasia, argomento che batte in breccia nei commenti giornalieri e che dovrebbe avere il senso dell’equità, della informazione per ottenere speranza, non delusione, ma purtroppo una vergognosa e pervicace inciviltà dei tempi .

Eutanasia-8Ora nella n/s vita quotidiana ed in quella del n/s Consesso Legislativo e del Governo in carica ( e non solo questo !), a quanto pare e nemmeno per assurdo, la n/s vita trascorre con la solita monotonia, perché il presente è incerto per noi disabili, il futuro scarsamente valutato, nebuloso, quasi misterioso, indecifrabile dove almeno si dovrebbe trovare la giusta misura della realtà. Insomma il rispetto e la serenità della persona umana e di ogni persona, il rispetto della realtà è necessario ed impellente, altrimenti si è costretti a pensare come disse un Poeta inglese : “Il silenzio è la più bella espressione del disprezzo”.

Ma non divaghiamo e chiediamo al Presidente una unica domanda :
D. Signor Presidente sulle persone incapaci di esprimersi si può imporre l’eutanasia ? Ma cosa è eutanasia ? Quali pericoli ci sono per noi disabili ?

R. Ancora una volta dobbiamo ritornare su di un argomento di una certa “curiosità” che fermenta la pubblica opinione, il quale non si può concepire su ognuno di noi cristiani o non cristiani, ma data la complessa domanda cercherò di rispondere il più concreto possibile, specialmente quando interessa coloro di una certa età ed in certe condizioni di salute .

Nessuno può deliberatamente causare la morte, anche su richiesta di una persona gravemente malata o incapace d’esprimersi senza violare un divieto fondamentale “non uccidere”, che per la legge è un gravissimo reato uno dei più importanti requisiti morali di ogni società, per i credenti cristiani è un Comandamento della Religione Cristiana, per altri è una questione di vita sociale rispettosa degli altri, soprattutto dei più vulnerabili .

Ma cosa è l’eutanasia della quale tanto si “parla”, per la quale non si accettano consigli, ma consensi ?

E’ il procurare ( per non dire imporre !) la morte delle persone la cui vita potrebbe essere compromessa da una malattia inguaribile, da una menomazione, da una condizione di natura psichica grave . “ La sofferenza non è un valore in se stessa, ma una realtà” ha detto Papa Francesco il 15 maggio 2014 Aula Paolo VI°.

In breve cerchiamo di conoscere queste vicende umane, queste tragedie, queste vicissitudini che di umano hanno ben poco, che vorrebbero “spingere” la società ad essere selettiva sulla vita e sulla morte dei suoi membri, l’eutanasia : comunque, si tratta di omicidio, un reato, una omissione di soccorso.

Dove è ammessa ? ( da notizie dei mass media) : in Albania, Belgio, Canada ( negli Stati Manitoba ed Ontario), Cina, Colombia, Danimarca, Germania ( se richiesta dall’interessato), Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia, Thailandia, USA (negli Stati dell’Oregon e Washington).

In Italia vi sono stati dei “casi” :

1.) Elena Moroni, in coma irreversibile in ospedale, il marito stacca il respiratore (21.6.1998 ) ;
2.) Giovanni Nuvoli, malato di sclerosi laterale amiotrofica, muore a seguito dello sciopero di sete e fame dallo stesso adottato (23.7.2007) ;
3.) Piergiorgio Welby chiede lo stacco dal respiratore, dopo alterne vicende muore il 20.12.2006 ;
4.) Eluana Englaro in stato vegetativo persistente il padre ne chiede l’interruzione dal trattamento di sostegno dell’alimentazione ed idratazione decreto della Corte d’Appello di Milano, confermato in Cassazione, decide la “esecuzione” e muore nel febbraio 2009
( In questo ultimo “caso” vi è un contrasto con l’art.25/f della “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU A/61/611 del 6 dicembre 2006) .

Comunque siamo in presenza di una vera eutanasia dove viene esercitata, come nei “casi” sopra elencati, ma sempre costituisce una uccisione intenzionale, “una licenza di uccidere” in contrasto con l’etica sociale e con Ippocrate il padre della medicina, che adottava il principio “l’uomo è ministro ed interprete della natura, se ad essa non obbedisce, ad essa però non comanda” : in una parola la medicina ed il dovere del medico sono di proteggere la salute, guarire le malattie, alleviare le sofferenze, confortare nel rispetto della libertà la dignità della persona .

Il problema morale è chiarire il grave rischio che dal considerare la così detta pietà per le sofferenze insopportabili, si possa passare alla legalizzazione della vita senza valore , ( come sta succedendo in Italia ), frammista con l’eutanasia, “considerazione” che potrebbe coinvolgere disabili psico-fisici, malati terminali, anziani non autosufficienti.

http://digilander.libero.it/cristianiperservire/News2011/050911.htm
Il “budget del ricoverato”, come l’ho “battezzato” cioè quella “forma” di risparmio che pare avvenga negli ospedali dettata dalle “striminzite” risorse finanziarie per le spese sanitarie dalle leggi finanziarie ora dal decreto 2011 “salva Italia”per il riordino del bilancio pubblico, comunque la parola d’ordine sarebbe : spendere meno, restringere i tempi di degenza, persino per fasce d’età, è una eutanasia , che si ritiene mascherata .

http://www.agensir.it/pls/sir/v3_s2doc_b.quotidiano?tema=Quotidiano&argomento=dettaglio&id_oggetto=230471

Una incivile e vergognosa discriminazione, se vera, ma da accertare da parte del Parlamento che non vuol rispondere, a danno delle persone psico-fisiche od in fase terminale della loro vita, che il Parlamento ancora ripeto oggi, ottobre 2014, non risponde alla mia Petizione n. 307 e 308 al Senato della Repubblica e n.31 alla camera dei Deputati del 18 marzo 2013 .
budget del ricoverato Petizione 2013

Radio Vaticana

Comunque la posizione in Europa di certi Stati in tema di vita, è in contrasto con la Convenzione Europea del 1999 che vieta espressamente ogni forma di eutanasia, come nel 1987 a Madrid e nel 1992 a Marbella l’Associazione Medica Mondiale si è espressa contro l’introduzione dell’eutanasia, una omissione di soccorso reato contemplato dal n/s Ordinamento Giuridico ( fin’ora ! ).

Inoltre la “Raccomandazione” n.776/1976 dell’Assemblea del Consiglio d’Europa afferma “ che il medico deve placare le sofferenze e che non ha diritto di accelerare il processo di morte”.

A fronte di queste posizioni internazionali brevemente delineate, si pone il cristiano alla luce della Fede, si pone l’uomo della strada nel senso del vivere, si pone la società che attende condizioni umane capaci di assicurare l’assenso ad ogni vita anche la più inutile e senza valore.

Vorrei, inoltre, citare una Sentenza della Corte Amministrativa Federale Tedesca del 16 gennaio 1964, la quale rifiuta il principio dell’eutanasia e della legalizzazione in tema di uccisione dei malati psichici dove “ogni uomo, anche il malato nella propria costituzione psichica ha il diritto ad essere rispettato nella sua dignità umana”.

Alle considerazioni cui giunge l’uomo della strada, che rifiuta categoricamente i giochi politici ed elettoralistici, alle famiglie nelle quali insiste un malato mentale od in condizioni di disabilità ed alla società in genere che vuole proteggersi dalle molteplici condizioni psichicamente instabili che in Italia si aggirano in circa 10 milioni di sofferenti, ci appare inopportuna l’analisi” e la metodologia nella sensibilizzazione che a volte ci viene dalla politica che a volte prende in considerazione l’appello da parte di un privato (che forse non è da solo) che desidera sollecitare il Parlamento ad un dialogo su questa tematica !

Con tutto il rispetto che abbiamo verso questi “malati”, occorre ascoltarli ed aiutarli affinché anche la vita di un morente diventi accettabile aspettando che la natura compia il suo ciclo naturale.

Ci meraviglia, ma non più di tanto, che tale avvenimento sia velocemente ritenuto “argomento di un confronto sensibile ed immediato in Parlamento”, quando le nostre sollecitazioni all’attuale Presidente della Repubblica per una legge-quadro di riforma dell’assistenza psichiatrica sia stata solo trasmessa al Ministero della Salute (prot.UG n.1107 SGPR 15 giugno 2006 0069 167 P), che mai ha risposto e mai ha provveduto a questi “richiami”a svolgere un’azione legislativa verso questa grave ed urgente patologia che attende da ben 36 anni una concreta soluzione.

Ritornando alla domanda da Voi posta, nell’antichità il vocabolo eutanasia significava una morte dolce, vale dire senza sofferenze, mentre oggi si interpreta quale intervento diretto ad attenuare il dolore della malattia e dell’agonia .

Da tempo, anche in Italia, si registrano tentativi di legalizzare l’eutanasia e su questo argomento che riteniamo molto importante, fermiamo la n/s attenzione, ancora una volta sulla problematica citata molto spesso dai mass media, mai concretizzata dalle Istituzioni. E’ questa una sacro santa verità !

Purtroppo queste vicende umane vorrebbero spingere la società verso l’eutanasia ed essere selettiva sulla vita, sulla morte dei suoi membri, quello che si chiama omicidio, una uccisione intenzionale, una omissione di soccorso attraverso una anche se impropria, ripeto, “licenza di uccidere”.

In parole povere : la medicina ed il dovere del medico sono di proteggere la salute, guarire le malattie, alleviare le sofferenze, confortare nel rispetto della libertà la dignità della persona, impegno a favore della vita contro la morte, come insegna la Raccomandazione n. 776/1976 dell’Assemblea del Consiglio d’Europa dove si afferma “ che il medico deve placare le sofferenze e che non il diritto di accelerare il processo di morte”.

Così come è presentata la “discussione” nella politica, a tratti quasi a corrente alternata, si corre il rischio di considerare la cosiddetta pietà per le sofferenze insopportabili od altre motivazioni, come uno strumento che porta all’eliminazione della vita, ritenuta per alcuni “casi”, non più di valore.

Si tratta di “considerazioni”, che “non sono diritti deboli, ma diritti dei deboli” ( come argutamente dice il Cardinale Dionigi Tettamanzi), molto pericolose perché potrebbero coinvolgere malati di Alzheimer, malati psichici, handicappati fisici, pazienti anziani o con gravi patologie, bambini anormali, come in Gran Bretagna che è stato chiesto alla Suprema Corte il suicidio assistito per i depressi ( un relativismo incosciente, aberrante, antisociale ! ) ed ora in Francia su persone in stato di incoscienza .

In Italia il principio fondamentale di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, assieme a quello di libertà, pari dignità, solidarietà sociale, è affermato dall’art. 3 della Costituzione Italiana .Sarebbero quindi contrarie alla stessa quelle eventuali “norme giuridiche” che concedessero ad una categoria od a singoli individui particolari privilegi non riconosciuti alla generalità delle persone, perché ciò violerebbe il principio della uguaglianza di trattamento dei cittadini .

Ma esiste anche l’art. 25 della “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU dove è sancito che si deve “ridurre al minimo e prevenire ulteriori disabilità, anche durante l’infanzia e l’età avanzata” cioè aborto onde prevenire complicazioni future e frenare la diffusione di handicap genetici o per “eliminare” figli imperfetti, o la pratica dell’eutanasia per eliminare la vita senza senso e l’art.25 /f precisa “ impedire il rifiuto dell’assistenza sanitaria o dei servizi sanitari nonché di alimenti o liquidi a causa della disabilità”.

Alla pari “dignità sociale”, più volte richiamata dalla Costituzione, ne discendono i così detti diritti sociali, ( nonché doveri ) come il diritto ad ottenere dallo Stato determinate prestazioni a favore di bisognosi, di assistenza sanitaria, cure gratuite per gli indigenti, addestramento professionale per gli invalidi (art.38) la protezione della madre e del fanciullo (art.31).

Ora, Signori della politica, non si può più indorare la pillola come attualmente si cerca di fare con il presentare “casi dolorosi od altro” che insidiano la salute e la vita. Il valore della vita dipende per i cristiani dalla capacità di seguire il rapporto della persona indicato dalla Fede e per i non credenti dal rispetto della dignità e della libertà umana come nel caso francese .

Con le parole del Santo Giovanni Paolo II°Andiamo avanti con speranza!” ,ringraziando di cuore la Redazione di “Sordi on line” per la perdita di tempo che ho procurato. Grazie.

viaL’intervista a Franco Previte, Cristiani per servire: “Tema dell’Eutanasia” – Sordi On Line.

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