L’Intifada-web delle donne: “No alla sharia”  | Mondo | www.avvenire.it

Si chiama «La sollevazione delle donne nel mondo arabo» (letteralmente “Intifada”, in arabo) la campagna per i diritti delle donne arabe lanciata, con successo fulminante, il primo ottobre scorso via Internet.

Le adesioni, riportate dalle organizzatrici della brillante pagina di Facebook – le libanesi Diala Haidar e Yalda Younes, la palestinese Farah Barqawi e l’egiziana Sally Zojney – sono in continua crescita: in pochi giorni, già quarantamila adesioni di navigatrici del web, arabe e non, interessate a esprimere solidarietà alla causa. Il progetto nasce da un timore fondato, cioè che dopo la condivisione degli slanci rivoluzionari da parte di uomini e donne tunisini, egiziani, libici, le rispettive società ricaccino la componente femminile in un angolo. Anzi, si teme il peggio, se le bozze di Costituzione allo studio dopo il trionfo delle formazioni politiche islamiste dovessero andare in porto. In Tunisia, sembra per il momento sventato il tentativo della componente più radicale di Ennahda (“La rinascita”, partito di maggioranza) di introdurre, con l’articolo 28, il concetto di «complementarietà» fra i sessi.

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