«Liquidare» la Chiesa? Ci pensano altri!

Ci sono parole che sembrano avere una fortuna inaudita: oggi per parlare della situazione del cristianesimo si usa continuamente il termine “liquido”, liquidità, liquefazione o simili. Che si intende? Forse che la dottrina della Chiesa ha perso la sua integralità, la sua forza, la sua forma. Come se il relativismo imperante avesse preso piede anche nella Chiesa Cattolica. Certo assistiamo a fenomeni inquietanti, a prese di posizione che sembrano tradire l’originalità e la purezza della fede. E soprattutto sembrano avere diritto di cittadinanza nella Chiesa non solo idee che un tempo si dicevano eretiche, ma soprattutto i nuovi maestri, dove la novità, più che nella dottrina – questa assimilabile, con nuovi nomi, ad antiche eresie – si situa nei personaggi che sembrano gli autentici interpreti del magistero cristiano. Si tratta di persone legate al mondo cattolico (tra tutti un nome, Enzo Bianchi) ma anche di laici che, pur avendo sempre fatto guerra alla Chiesa, ora, per l’insolita iniziativa di Papa Francesco di dialogare colle «periferie esistenziali», sembrano rivestiti di una autorità indiscussa. E non importa che dalla Sede Apostolica sia giunto l’ordine di togliere dal sito del Vaticano quanto scritto da Repubblica, non importano le parole con cui Scalfari afferma di avere attribuito al Papa idee che il Papa stesso non approva; quello che conta è che la Chiesa si apra sempre più al mondo, dimenticando le pagine gloriose di Paolo VI nella enciclica Humanae Vitae, di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.
La Chiesa non potrà mai essere “liquida”, nonostante questi “cattivi maestri”. La Chiesa ha dalla sua la promessa di Gesù, e se ci preoccupano le parole di Paolo VI sul “fumo di Satana”, ci rassicura la sua affermazione che il pensiero non cattolico non trionferà. Diceva così al filosofo Jean Guitton: «C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: ‘Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?’. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. […] Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia».
Allora però è evidente che abbiamo un compito, e che non possiamo venire meno.
Il compito consiste proprio nel vivere in prima persona la “ermeneutica della continuità”, che spesso proprio il Papa evidenzia. Quante volte Papa Francesco ha detto di essere e volere essere un figlio obbediente della Chiesa!
A me pare che in molti lettori della liquidità e liquefazione si stia instaurando quel pericoloso errore della protestantizzazione della fede, per cui la coscienza personale diventa arbitro della verità e criterio di appartenenza.
Se siamo figli della Chiesa, obbedienti, fedeli ed intelligenti, allora compito nostro credo sia il vivere l’obbedienza al magistero come il Catechismo ci ha insegnato! E sarà certo una lotta dura, un cammino erto, ma offrirà abbondanza di frutti presso le buone pecore del gregge di Dio. Coniugare senso critico e fedeltà sarà l’avventura che dovremo vivere. E in questo sarà necessaria anche la lotta contro la “mondanizzazione” delle nostre coscienze.
Non lasciamoci rubare il Papa! Non liquidiamo la Chiesa

Fonte: «Liquidare» la Chiesa? Ci pensano altri!.

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