L’istituzione familiare attraversata da dinamiche dissolutrici (Prima parte) | ZENIT – Il mondo visto da Roma

Editoriale del numero di marzo del “Quaderno” di Scienza & Vita 10

Roma, (Zenit.org) Paola Ricci Sindoni, Paolo Marchionni | 138 hits

L’Associazione Scienza & Vita ha sempre a cuore le grandi sfide che attraversano il nostro Paese, come dimostra l’argomento di questo Quaderno. Qualche mese prima della celebrazione della 47maSettimana Sociale dei Cattolici Italiani (“Famiglia: speranza e futuro per la società italiana”, Torino 12-15 settembre 2013), sull’onda delle gravi emergenze sociali ed economiche che in questo periodo la coinvolgono, vengono ora presentati i risultati di un recente Convegno nazionale (Messina 28-29 ottobre 2011, sponsorizzato dalla Regione Siciliana ed organizzato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Maria della Lettera” di Messina), con il sostegno della presidenza dell’Associazione nazionale e la partecipazione di numerosi aderenti dell’Associazione locale messinese di Scienza & Vita.

Un motivo di orgoglio, certo, ma soprattutto di responsabilità nell’affrontare questo nucleo vitale, delicatissimo e complesso che è l’istituzione familiare, attraversato – in questo tempo oscuro – da dinamiche dissolutrici, complici particolari modelli culturali, che ne hanno di mira l’irrilevanza e la sostituzione con forme fragili e inconsistenti di legami parentali. Che la famiglia sia segnata da profonda crisi è convincimento di molti e sarebbe irrealistico non vederne gli effetti devastanti all’interno del tessuto sociale in cui viviamo.

Il primo passo da compiere è dunque rivolto a scavare nelle ragioni della crisi, senza farsi prendere dallo scoraggiamento nei confronti di quegli eventi negativi che l’attraversano: la denatalità, in primo luogo, ed ancora la difficoltà dei giovani a trovare lavoro e casa, l’acutizzarsi a tutti i livelli di una crisi sociale che si riflette sull’etica dei comportamenti (si pensi anche soltanto al triste fenomeno del “femminicidio” quasi sempre incubato in difficili situazioni coniugali). Prendere atto di questi fallimenti, indagati con gli strumenti dell’antropologia, della psicologia sociale e delle molte scienze coinvolte, non significa però accettarne con rassegnazione l’ineluttabilità, né contentarsi di lucide analisi diagnostiche, che non prevedano la possibilità di immaginare nuove terapie. Significa invece ripensare, anche alla luce dell’esperienza familiare che tutti accomuna, se e in quale forma la famiglia possa essere considerata un valore privato e sociale di assoluta priorità, che comporta il massimo impegno collettivo al fine di salvaguardarla o seppure guardarla come una forma ormai obsoleta, legata a costumi sociali ormai sorpassati.

Una volta accettato che vale la pena spendersi per ridare energia morale alla famiglia, che la stessa Costituzione italiana annovera fra i beni sociali irrinunciabili, occorre comunque compiere ulteriori passi in avanti, come testimoniano i contributi di questo Quaderno.

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