L’Olanda anti religiosa limita i cristiani

di Danilo Quinto

E’ stato Benedetto XVI, lo scorso 20 ottobre, ricevendo il nuovo ambasciatore olandese presso la Santa Sede, a parlare di “mentalità anti-religiosa”, presente in molte società, anche in quelle “in cui la libertà di religione gode della protezione del diritti”. “È quindi auspicabile – ha aggiunto il Papa – che il suo Governo sia vigile cosicché la libertà di religione e quella di culto continuino a essere tutelate e promosse sia nel Paese sia all’estero. Nello stesso modo mi rinfrancano i passi che il Governo olandese ha compiuto per scoraggiare l’abuso di sostanze stupefacenti e la prostituzione. Sebbene da tempo la sua Nazione sia paladina della libertà degli individui di operare le proprie scelte, queste ultime vanno scoraggiate se danneggiano chi le fa o altri, per il bene dei singoli e della società nella sua interezza. La dottrina sociale cattolica, come sa, pone una grande enfasi sul bene comune nonché sul bene integrale degli individui e occorre sempre aver cura di discernere se i diritti percepiti sono veramente in accordo con i principi naturali”.

Nel suo discorso, il Papa ha anche sottolineato che “la Santa Sede non è una potenza economica o militare”, e che “la sua voce morale esercita un’influenza considerevole sul mondo. La posizione morale della Santa Sede non viene intaccata dagli interessi politici o economici di uno Stato-Nazione né dagli interessi elettorali di un partito politico. Il suo contributo alla diplomazia internazionale consiste soprattutto nell’articolare i principi etici che dovrebbero sottendere l’ordine sociale e politico, nell’attirare l’attenzione sulla necessità di agire per sanare le violazioni di tali principi. Lo fa, evidentemente, dal punto di vista della fede cristiana, ma il cristianesimo ha sempre evidenziato la ragione e la natura come fonti delle norme su cui lo stato di diritto dovrebbe essere edificato”.
“Agendo come voce di quanti non hanno voce e difendendo i diritti degli indifesi, inclusi i poveri, i malati, i nascituri, gli anziani e i membri dei gruppi minoritari che soffrono una ingiusta discriminazione”, ha concluso il Papa, “la Chiesa cerca sempre di promuovere la giustizia naturale come è suo dovere e diritto fare. Pur riconoscendo con umiltà che i suoi membri non sempre sono all’altezza degli alti criteri morali che essa propone, la Chiesa non può far altro che continuare a esortare tutti, inclusi i suoi membri, a cercare di fare qualsiasi cosa sia in accordo con la giustizia e la giusta ragione e a opporsi a qualunque cosa sia a esse contraria”.

L’Olanda rappresenta, nel continente europeo, il paradigma di quella cultura relativista, l’espressione più avanzata del laicismo di carattere libertario, che ha pesantemente influenzato la legislazione. Si va dai Coffee Shop, autorizzati a vendere sostanze stupefacenti leggere (hashish e majurana) a persone che abbiano più di 18 anni, alla prostituzione, che è considerata una professione legale, alla non imputabilità dell’incesto, se consumato tra soggetti adulti consenzienti; dai matrimoni omosessuali, riconosciuti per legge dal 2001, all’adozione dei minori da parte delle coppie omosessuali; dalla costituzione del partito dei pedofili, ora sciolto, ma mai messo fuori legge al “Protocollo di Groningen”, l’accordo intervenuto nel 2005 tra la clinica universitaria di Groningen in Olanda e le autorità giudiziarie olandesi, riguardante l’estensione della possibilità di eutanasia anche per i bambini sotto i 12 anni, fino all’età neonatale: dei circa 200.000 bambini nati in Olanda ogni anno, circa 1.000 muoiono nel primo anno di vita. Per circa 600 di questi neonati, il decesso e’ preceduto da una decisione medica sul fine vita.

Nel primo articolo della Costituzione olandese, si stabilisce che “ogni persona sarà trattata in egual modo in eguali circostanze” e che “la discriminazione su base religiosa, di credo, di opinione politica, razza o sesso o su ogni altra base, non sarà permessa”. L’art. 6 garantisce che “ognuno avrà il diritto di professare liberamente la propria religione o credo, sia individualmente sia in comunità con altri, senza pregiudizio alla sua responsabilità dinanzi alla legge”, sebbene il Parlamento possa stabilire “regole riguardanti l’esercizio di tale diritto al di fuori di edifici e luoghi chiusi”, a scopo di “protezione della salute, nell’interesse del traffico e per combattere o prevenire disordini”.
La presenza e la composizione religiosa nel Paese è così articolata: cattolici 31%; membri della Chiesa Riformata Olandese 14%; calvinisti 8%; musulmani 3,9%; altri 4,1%. I senza religione toccano il 39%.

Il rapporto sulla libertà religiosa della Fondazione di Diritto Pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre”, sostiene che “continua, pur suscitando delle reazioni a livello elettorale, la pressione culturale del laicismo e del relativismo, che crea problemi di discriminazione legale nei confronti dei cristiani”. Ad esempio, un cristiano che voglia esercitare nel campo della medicina, se dichiara di non essere disponibile a praticare o a fornire assistenza per l’aborto o l’eutanasia, non viene assunto.
Neppure è ammessa l’obiezione di coscienza nel caso di un funzionario pubblico che non sia disponibile a registrare un matrimonio gay. Infatti, nel novembre scorso, il Parlamento olandese ha deciso che un pubblico ufficiale non potrà più rifiutarsi di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso, se non vorrà incorrere in una denuncia per violazione della legge anti-discriminazione. E’ stata infatti modificata la normativa sui matrimoni, abrogando la parte in cui consente l’obiezione di coscienza per motivi religiosi.

Nel contesto descritto – quello di una società fortemente secolarizzata – c’è pur da registrare, come ha riferito l’Agenzia Zenit nel dicembre scorso, la crescita dei movimenti per la vita. Nell’antivigilia di Natale del 2011, sono state oltre 1.500 le persone che hanno partecipato alla Marcia per la Vita – che si tiene ogni anno nel mese di dicembre per ricordare che nel 1980, proprio il 18 di quel mese, fu promulgata la legge che estendeva l’aborto fino alla 24esima settimana – organizzata a L’Aja dai movimenti “Schreew voor leven/Cry for Life”, “Christenen voor de Waarheid (Cristiani per la Verità)” e “Hulp Vervolgde Christenen (Aiuto per i Cristiani Perseguitati)”.

Fonte:

Fonte: http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-lolanda-anti-religiosalimita-i-cristiani-4627.htm

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