L’Osservatore Romano, Il diritto di esprimere la fede

Messaggio pontificio al seminario di Istanbul sulla libertà religiosa.
Istanbul, 17.

Rispettare il diritto di ogni credente a vivere liberamente la propria fede  e riconoscere il ruolo che il cristianesimo ha avuto nella formazione della cultura europea: è la duplice richiesta che Papa Francesco, attraverso il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, rivolge alle istituzioni civili in occasione del seminario sulla libertà religiosa che si è aperto nella mattinata di oggi, venerdì, a Istanbul. L’incontro, che intende celebrare i 1.700 anni dell’editto di Milano, con il quale l’imperatore Costantino concesse libertà a tutti i culti, è organizzato dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, in collaborazione con il Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee).

Proprio al presidente del Ccee, il cardinale arcivescovo di Esztergom-Budapest, Péter Erdő, è indirizzato il messaggio pontificio, con il quale vengono inviati «auguri fraterni a Sua Santità Bartolomeo, arcivescovo della città fondata dallo stesso Costantino», esprimendo la «speranza» di vedere presto «il giorno in cui le divisioni del secondo millennio verranno definitivamente consegnate al passato». Riguardo al tema del seminario, Papa Francesco richiama le autorità civili a «rispettare ovunque, alla luce dello storico decreto di Costantino, il diritto dei credenti a vivere liberamente il proprio culto e a esprimere pubblicamente la loro fede». Allo stesso tempo, prosegue il messaggio, il Papa «invita tutti i cittadini europei a riconoscere il ruolo che il cristianesimo ha avuto nel formare la nostra cultura, e a rimanere aperti al contributo continuo che i credenti cristiani possono dare in questo senso». Ad aprire l’evento il saluto del Patriarca ortodosso, tornato giovedì sera a Istanbul dopo una intensa tre-giorni di incontri e momenti di preghiera a Milano, sempre in occasione delle celebrazioni per l’anniversario dell’editto costantiniano. Pur riconoscendo le difficoltà dell’ora  presente, quelle di Bartolomeo sono state parole aperte alla speranza: la Chiesa «vive», «non è scomparsa» dalla vita pubblica, anzi permea con «il Vangelo di Gesù e il sangue dei martiri» le società e le istituzioni, anche quando «vive, esiste e duramente soffre in cattività, anche quando la Chiesa è perseguitata».

18 maggio 2013

Fonte: L’Osservatore Romano, Il diritto di esprimere la fede.

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