Lucetta Scaraffia: Non strumentalizzare la sentenza della Cassazione (che non apre alle adozioni gay)

Nel commentare la sentenza di Brescia mi pare ci sia una forte strumentalizzazione, soprattutto da parte delle associazioni omosessuali.

Mi pare evidente infatti che il bambino non sia stato affidato dal tribunale a una coppia gay, ma a sua madre, dopo che il padre, si può arguire dalle condizioni del primo affidamento, si era comportato in modo per lo meno discutibile nei confronti del figlio. Infatti, se il tribunale aveva stabilito in prima istanza che il figlio potesse vedere il padre solo in alcune occasioni, e in presenza di un assistente, si deduce che costui non fosse da considerarsi un buon padre. In una situazione così drammatica e lacerata, in cui anche la madre evidentemente presenta vere difficoltà, è stato però scelto di affidarlo alla madre, come persona capace di educarlo.

Insisto: alla madre, e non a una coppia gay che si spaccia come genitori del bambino.

Certo, la convivenza sentimentale della madre con un’altra donna può provocare problemi al bambino, non è una condizione ottimale, ma qui mi sembra che le disgrazie si sommino alle disgrazie e questa di vivere con la madre possa essere considerata per questo bambino la soluzione meno negativa, il minore dei mali.

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