Ma che “ci azzecca” l’omofobia con i matrimoni gay? | l’Occidentale

di Giordano Lupi 17 Maggio 2013
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Ma perché mai nel giorno in cui si celebra la giornata internazionale contro l’omofobia gira che ti rigira alla fine si finisce per parlare di matrimoni gay? La presidente della Camera, Laura Boldrini, nel suo discorso di oggi ha spiegato che “occorre riconoscere i diritti degli omosessuali, a partire dalle unioni giuridiche, per contrapporsi a violenze e discriminazioni”. I matrimoni gay sono un modo per combattere l’omofobia, pregiudizie e stereotipi. “Riconoscere diritti a chi non ne,” spiega Boldrini, “non significa toglierli a chi li possiede: siamo uguali soprattutto perché abbiamo gli stessi diritti”.

Dal Pdl però si alzano voci in dissenso. “Vorrei ricordare che la giusta lotta contro gli atteggiamenti omofobici non ha niente a che vedere con il riconoscimento pubblico delle unioni civili o il matrimonio gay”, precisa l’on. Eugenia Roccella. “Ai presidenti di Camera e Senato chiedo di rispettare l’articolo 29 della nostra Costituzione che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Non si tratta di combattere la discriminazione, strano sarebbe se mancasse questa unità d’intenti. “Condivido totalmente l’obiettivo di sconfiggere ogni forma di discriminazione, da quelle contro i gay a quelle contro le donne, da quelle razziali a quelle religiose, fino alle più subdole forme nei confronti di persone fragili che non appartengono a nessuna specifica categoria, e non sono difese da alcuna associazione”, aggiunge infatti la Roccella.

Sul tema interviene anche il Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi: “Nel giorno dedicato alla prevenzione e al contrasto di ogni forma di omofobia, è necessario ribadire che questo giusto obiettivo richiede un clima di – quanto più larga- condivisione nella comunità nazionale. Sono quindi controproducenti le campagne che mettono in discussione l’unicità dell’istituto matrimoniale, chiedono l’accesso alle provvidenze sociali e rivendicano a coppie dello stesso sesso il ‘diritto’ all’adozione o addirittura alla procreazione”.

Secondo Sacconi, “Sono temi straordinariamente divisivi ed in aperto contrasto con i principi della tradizione nazionale. In particolare suscita comprensibile allarme sociale la pretesa di estendere ai soggetti della coppia omosessuale le prestazioni riservate al coniuge come la pensione di reversibilità, gli assegni e  le detrazioni per persone a carico, che arrivano a quasi 70 miliardi di euro all’anno. Sono misure introdotte in relazione alla rilevanza pubblica della coppia naturale unita nel matrimonio perché orientata alla procreazione e quindi alla sopravvivenza della società”.

“In un contesto condiviso diventa invece più agevole verificare e, ove necessario, integrare ciò che norme primarie o secondarie dispongono per la libera regolazione degli aspetti patrimoniali di una relazione affettiva o per la più compiuta vicinanza al o alla convivente in tutte le situazioni private o pubbliche”, conclude Sacconi. “Una visione tutta pubblicistica non esalta ma mortifica una relazione affettiva”.

Fonte: Ma che “ci azzecca” l’omofobia con i matrimoni gay? | l’Occidentale.

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