Ma cosa è lo stigma sociale ?

Ancora si “parla” di pregiudizi, di stigma sociale, nei confronti delle persone con disabilità

Mirare a combattere lo stigma sociale, l’esclusione, il pregiudizio, la discriminazione ed “informare i cittadini sulla possibilità di cura e di accesso ai servizi”, è stata la sintesi conduttrice nell’indizione della “1° Campagna Nazionale per la Salute Mentale” di alcuni anni or sono, ipotesi che ancora oggi viene alla “ribalta” .

Ma non ho sentito, da parte delle Istituzioni, alcuna parola inerente gli handicappati psichici, visto che anch’essi fanno parte del mondo della disabilità .

Non vogliamo assolutamente criticare quell’epoca, non siamo per nessuna parte Politica col P maiuscolo come dice Papa Francesco, perché riconosciamo che ogni attenzione rivolta alla promozione della vita umana, fisica che spirituale, sia della singola persona come del contesto familiare, merita certamente un leale riconoscimento al proponente a quivis de populo (da tutti i cittadini), tuttavia non possiamo non rilevare che situazioni reali e concrete, come il disagio psichico, non sono state valutate su questo delicatissimo comparto Socio-Sanitario sociale : un vero disagio sociale !

“ Diffondere atteggiamenti di maggiore solidarietà ” ci trovano d’accordo, anche perché l’indizione di una “Giornata Nazionale di Informazione” su questa materia è stata richiesta dalla n/s Associazione “Cristiani per servire” nella Petizione n. 23 alla Camera dei Deputati e col n.13 al Senato della Repubblica anteriormente al 13.5.2001 .

”Giornata” ipotizzata da parte n/s alla Commissione Europea, la quale ha risposto con lettera Prot. n.15406 del 14.11.2000 e portata a n/s conoscenza dalla stessa Commissione Europea anche al Dipartimento Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Ministero della Sanità, sempre dell’epoca .

Promozione dell’informazione”, soprattutto di carattere Medico-Scientifico-Sociale ci trova d’accordo perché in ottemperanza della Decisione n. 1786/2002/ CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 settembre 2002 che adotta un Programma d’Azione Comunitario nel campo della Sanità Pubblica 2003/ 2008 ed oltre,esaminando l’essenza di quella “1° Giornata Nazionale della Salute Mentale” si riscontra che la stessa mira a combattere e che continua tutt’ora con la stessa “sinfonia”.

Lo stigma sociale cioè l’impronta il suggello la vergogna la paura ed il timore di essere additati alla gente è una questione, anche se petulante, normale, ma quanto ipotizzato, che si rileva ancora, non sussiste nell’animo umano e nella solidarietà del quotidiano, perché non è qui che si devono ricercare queste “avverse evenienze”.

La vergogna da stigmatizzare, lo ripeto per l’ennesima volta, è nelle leggi 180 e 833 del 1978 ed i vari “Progetti-Obiettivi” che non hanno garantito assistenza, strutture adeguate, finanziamenti programmati alla prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale dei “ malati mentali “, non prevedendo l’obbligo di cura se non quando il “malato” diventa pericoloso per sé e per altri, questaè la verità ! E’ troppo lunga l’analisi, comunque questa “situazione “ resta e dura da ben 39 anni e fa parte della disabilità .

 Sono rimasti solo i Servizi di Diagnosi e Cura negli Enti Ospedalieri Generali, dove a volte non esistono Reparti di accettazione per malati in TSO, riempiti di psicofarmaci o manciate di pillole sufficienti da farli ritornare a casa dopo 7 giorni (salvo altra ipotesi) (art.35 legge 833/1978).

L’esclusione , direi l’emarginazione avvilente dei malati, non viene compiuta da parte della gente, infatti la famiglia non è garantita perché non trova il posto giusto onde curare il proprio congiunto, perché questo tipo di malati non possono essere curati in casa, né si può tenere in casa questo genere di malati. Si deve combattere la cultura dell’assistenzialismo che ghettizza il malato.

Pregiudizi , emarginazioni verso i malati mentali non ci sono nella gente. La società ha paura ! Ha paura perché non sa come difendersi da un nemico invisibile e pertanto incontrollabile!

La solidarietà per la persona-sofferente non manca , anche se a volte , mi si perdoni il paradosso , si può notare che il rispetto per gli animali (verso cui abbiamo la massima comprensione ) supera l’interesse verso l’uomo collocando i primi nella serie A ed il secondo nella serie B dell’etica sociale.

 In quella “1° Giornata Nazionale della Salute Mentale”, come ancora oggi 2018 risulta in rumoroso carenza :

  1. non si è riscontrato alcuna possibile futura programmazione o intendimenti per la realizzazione di strutture volte alla prevenzione, cura o possibile reinserimento sociale di questi malati ;
  2. non si è intravisto una “difesa economica” del malato che sopravvive con euro 282,55 di media al mese considerato che non tutti godono di  provvidenza economica per l’accompagnamento ;
  3. nessun accenno ad urgenza e gravità per una lacunosa rete assistenziale sul territorio ;
  4. nessuna considerazione per le famiglie che sono turbate per il futuro dei loro congiunti quando resteranno soli al mondo per la costituzione di un Fondo Economico Speciale DOPODINOI inerente quanto in eredità percepiranno i “malati “ ;
  5. nessuna considerazione sulla situazione dei quasi 10 milioni emezzo di sofferenti psichici, specie fra i giovani ed ora anche per gli adolescenti ;
  6. nessuna richiesta di ricerca scientifica-farmacologica sulla malattia mentale come per gli altri compartimenti sanitari inerenti la disabilità ;
  7. nessuna richiesta per un sollecito esame del Provvedimento Legislativo sul riordino dell’Assistenza Psichiatrica “fermo” nella 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ed in quella del Senato della Repubblica ;
  8. nessuna richiesta di un Pronto Soccorso Psichiatrico per intervento d’emergenza ;
  9. nessuna richiesta di aumento dei posti letto, anche per minori, negli Ospedali Generali dove a volte è carente il Reparto Psichiatrico ;
  10. nessuna richiesta di riqualificazione degli Operatori Sanitari ;
  11. nessuna richiesta di spazi verdi nelle Strutture Protette
  12. nessuna richiesta di evitare l’elettroshock (se ancora vigente), braccialetto elettronico (che si voleva adottare) o l’uso di psico-farmaci specie i “retard” ;
  • nessuna richiesta di una Direttiva Comunitaria di maggior equilibrio tra i diritti dei malati psico-fisici e quelli dei cittadini europei, da termpo da noi richiesta al Parlamento Europeo ;
  1. nessuna richiesta del Testo Unico sulle disabilità nel quale trovino spazio le diverse normative sull’handicap oggi troppo frammentarie ;
  2. nessuna richiesta del perché nella Legge di Stabilità non sono stati considerati i malati psichici ;
  3. nessuna richiesta è stata avanzata ,rispettando l’art.13 del Trattato di Amsterdam che “combatte” ogni discriminazione spostando il concetto della protezione verso un’integrazione socio-economica il così detto “modello sociale” , onde trasportare nei provvedimenti legislativi italiani  la Direttiva Comunitaria , che doveva essere effettuata entro il 31.12.2003

Ed altro ancora…! Ma anche questo non fa parte del mondo della disabilità ?

Questo nostro Paese, appesantito da molti e svariati problemi, prigioniero di miserie morali ed egoistiche, di enunciazioni utopistiche, di inutili esternazioni , deve riconoscere che a volte la verità fa male , ma il male è maggiore se non si ricerca la verità sorella della giustizia !

E’ il Parlamento, specie quello nuovo 2018, che si deve sensibilizzare, perché è la sede naturale dove si decide ed è auspicabile che si possa realizzare omogeneità d’intenti per la risoluzione di questa autentica piaga sociale, per i malati, le loro famiglie, per la sicurezza di tutti i cittadini !

E con le parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza “ !

Previte

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