Ma il capitalismo è cristiano?  | Cultura | www.avvenire.it

Nel 1982 il politologo statunitense Michael Novak dava alle stampe un’opera che avrebbe lasciato un segno indelebile negli anni a venire: The Spirit of Democratic Capitalism (Madison Books). Il volume venne tradotto in italiano e pubblicato solo nel 1987 da Studium con il titolo Lo spirito del capitalismo democratico e il cristianesimo. Qui intendiamo sottolineare alcuni aspetti di quest’opera che ha fortemente influenzato il dibattito politico ed economico degli ultimi trent’anni, ricordando che The Spirit of Democratic Capitalism venne stampato e diffuso clandestino in Polonia, in Cecoslovacchia e in altri paesi dell’allora blocco sovietico.Novak, vincitore nel 1994 del Premio Templeton, si colloca nella tradizione di pensiero che, in un certo senso, va da Polibio fino ai Federalist Papers e alla Costituzione americana e poi da questa alla Dottrina sociale della Chiesa, intesa come un originale metodo di elaborazione dei materiali sociali e, quindi, non come un sistema chiuso in se stesso, ma in grado di rappresentare un termine di riferimento per l’elaborazione di una filosofia civile. Nel procedere in questa direzione, Novak incontra la filosofia della politica, l’economia, la scienza della politica, stabilendo con esse un rapporto del tutto originale.Il punto fondamentale sul quale Novak intende porre l’accento in The Spirit è che, accanto al sistema economico, c’è una sfera politica a cui spetta il compito di garantire i diritti politici, la solidità della valuta, nonché la regolamentazione del commercio internazionale e della concorrenza interna. C’è, inoltre, il sistema etico-culturale costituito dalla stampa, dalle università, dalle chiese e dalle associazioni culturali, che svolgono un ruolo indispensabile alla vita del sistema economico, poiché forniscono i valori e le basi etiche che il sistema economico non possiede né tanto meno è in grado di produrre. Alla base di quanto detto c’è la convinzione che nessun soggetto sia tanto saggio o buono da poter ricevere un potere indiviso e unitario; di conseguenza, la divisione delle maggiori sfere della vita in tre sistemi, al pari della divisione dei poteri, ha la funzione di proteggere tutti contro gli abusi e le degenerazioni del potere unitario.

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