Ma questa Fede Cristiana la stiamo perdendo ?

L’11 ottobre 2012 la Chiesa Cattolica iniziò “ l’Anno della Fede” indetto dal Santo Padre Benedetto XVI° e  come ha detto “sarà un momento di grazia” e “di impegno per rafforzare la Fede”, con “un programma arduo” per la vita quotidiana di ogni credente perché “si ritrovi il genuino spirito necessario per dar vita alla nuova evangelizzazione .

Oggi 2018 quella Fede rievocata vacilla ?

L’obiettivo di Papa Benedetto XVI° è stato quello di farci capire e riscoprire la Fede, i cui contenuti fondamentali sono nel Catechismo della Chiesa Cattolica, soprattutto quello di affiancare la Fede ai Credenti, per far riprendere quella perduta da alcuni e quella che quotidianamente non dimenticano di affidare con coraggio la loro esistenza al Signore, Fede della quale ne abbiamo tanta necessità !

Nel n/s mondo caratterizzato da un secolarismo sempre più evidente, a volte risentito anche dai Movimenti Cattolici, da un permissivismo smodato, una “moda” davvero imperante, da un relativismo crescente veramente aberrante, da un egoismo egocentrico scioccante, da un superficialismo effimero, dalle mille “insidie” che dilagano, modificano e mortificano la dimensione morale della vita, quell’ Anno di Fede doveva spingere i cristiani a ritrovare una nuova evangelizzazione e partecipazione alla crescita della Chiesa . 

Come si legge nel S. Vangelo con il quale Matteo descrive l’episodio avvenuto sul Lago di Tiberiade ci rimanda al mistero della Chiesa che continua il suo Esodo nella storia, dove la barca “si agita” a causa di un vento contrario e si chiede l’aiuto al Signore, questo tratto del S. Vangelo “fotografa” tutte le difficoltà interne ed esterne, in quanto viviamo tempi assai difficili, in tempi di crisi oltreché economica, anche morale, però il mondo non è tutto buio ricordando quanto diceva S. Paolo : “dove abbonda il peccato sovrasta la grazia “ : la Fede che salva (Matteo 14, 22, 36) .

Il Santo Padre ha rievocato la pietà, il dramma della sofferenza e del dolore quotidiano dove “non pochi cristiani dedicano la loro vita con amore a chi è solo, emarginato, escluso, perché proprio in loro si riflette il volto di Cristo” .

Il Santo Padre ha consegnato a tutti un messaggio ricordando gli “ultimi fra gli ultimi “ i più indifesi, deboli, emarginati, i quali non sono da vedere come un carico di pietà e di dolore, ma come un dono di Gesù da accogliere ed abbracciare con una seria meditazione che tiene viva la fiaccola della carità.

Insomma un comunicare efficacemente per evangelizzare ed educare, per far respirare nella società la presenza del quel Dio Creatore e Salvatore del quale, certamente in maniera inequivocabile, vi è una notevole necessità ed urgenza.

In un mondo di speranze fragili, sembra assai importante che la comunità cristiana tenti di acquisire dalla Fede occhi capaci di intravvedere la spiga nel seme che marcisce.

Ma il firmamento buio di speranza è il cielo dei bisognosi, dei disabili fisici, degli handicappati psichici, delle persone anziane, dei malati terminali, di tutti i loro familiari e la comunità cristiana è interpellata ad essere più presente e con più slancio partecipativo con loro su questa frontiera dell’emarginazione.

Per le comunità cristiane odierne è necessario, ripeto, un sussulto di carità accogliente per riuscire a dare voce a chi non ha, costretto a subire a titolo direi di elemosina l’appagamento di un suo sacrosanto diritto di cittadino, debole, fragile, indifeso, emarginato, ma che costituisce anche per noi cristiani un membro ferito della nostra comunità.

San Camillo diceva : “Non bisogna mai perdere di vista Dio, ma contemplare il Creatore nella creatura “ è quello che fanno le RR Suore Figlie di San Camillo nelle Case di Riposo per persone anziane, deboli, a volte emarginate, riproponendo e rinnovando quella Fede congiunta all’opera come una madre assiste il suo unico figlio infermo e che ci insegnano a ritrovare la Fede !

Il Servizio, anzi la Missione, delle RR Suore, Figlie di San Camillo, secondo le Regole del Santo sono quelle di fornire ogni possibile assistenza ai poveri, agli ammalati, agli infermi, a tutto il mondo della disabilità, della sofferenza, del dolore e senza scopo di lucro ed è per questo che ci affidiamo con mia moglie alle RR Suore Figlie di San Camillo in quel di Sant’Alfio (CT) di Villa Serena che si dedicano alla loro missione con molta dedizione, compartecipazione, sacrifici, venendo da vari Continenti, ma che ci insegnano col loro “fare” a ritrovare la Fede.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° : Andiamo avanti con speranza “

Previte

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