Mali, la splendida solitudine della Francia e il “rumore bianco” dell’ONU | l’Occidentale

15 Gennaio 2013

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L’invasione di Mali da parte dei terroristi islamici e il susseguirsi di indecisioni internazionali presso un importante organismo internazionale come l’ONU, hanno portato la Francia a farsi avanti e ad iniziare una lotta in completa solitudine. Nel giro di pochi mesi, i terroristi hanno inghiottito metà del paese distruggendo e demolendo tutto ciò che hanno incontrato sul proprio cammino, inclusa la città di Timbouctou – patrimonio dell’UNESCO.

Inoltre, hanno imposto la Sharia su tutto il territorio conquistato ed hanno commesso innumerevoli atti di violenza contro la popolazione locale. A dicembre, gli stessi terroristi, riuscirono addirittura a prendere il controllo totale di Kona, città che si trova nel centro di Mali. Insomma, la caduta della capitale era solamente una questione di tempo e il debole e mal organizzato esercito di Mali non è stato in grado di fermare nulla.

Vista la situazione, è addirittura surreale constatare che nessuno delle grandi nazioni occidentali appariva seriamente preoccupata della questione, mentre i terroristi si impadronivano e si spartivano un intero paese, grande come la Franca e l’Italia messe insieme. Nel sud del mediterraneo si rischiava così la nascita di una realtà politica estremamente pericolosa e in grado di far apparire la minaccia dell’Afghanistan, del Pakistan e dell’Iraq, come un problema di secondaria importanza.  Né l’ONU, né l’Ue hanno mai parlato della necessità di un intervento urgente per evitare la formazione del paradiso terroristico.

 

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