Marianna Popiełuszko racconta il martirio di don Jerzy (Terza parte) | ZENIT – Il mondo visto da Roma

La fede profonda di una donna che ha visto suo figlio morire per Cristo

Varsavia, (Zenit.org) Wlodzimierz Redzioch | 148 hits

Pubblichiamo oggi la terza parte dell’intervista di Włodzimierz Rędzioch con la mamma novantaduenne del martire polacco Jerzy Popiełuszko, Marianna. La seconda parte è stata pubblicata ieri, giovedì 7 marzo.

***

Nel marzo 1979 lei ricevette una triste notizia: p. Jerzy, a causa di una grave anemia, veniva ricoverato in ospedale presso l’Istituto di Ematologia

Marianna Popiełuszko: Fui molto preoccupata, ma potevo solo pregare per lui. Tuttavia, ero felice quando, dopo aver lasciato l’ospedale, era tornato a casa per le vacanze. Finalmente potevo godermi la sua presenza e dargli da mangiare come si doveva. Ma non mi piaceva quando partiva e le lacrime da sole mi venivano agli occhi, perché non sapevo mai quando l’avrei rivisto di nuovo.

Nel 1979, Papa Giovanni Paolo II visitò la Polonia. P. Jerzy fu coinvolto nella preparazione del pellegrinaggio del Papa?

Marianna Popiełuszko: Mi ha detto, che in qualità di responsabile della pastorale di medici e infermieri, gli avevano dato il compito di organizzare l’assistenza medica durante il pellegrinaggio.

L’anno successivo fu nella storia della Polonia un anno particolare. Mi permetto di ricordare  i fatti storici, che ebbero un impatto sulla vita della nazione e di ogni polacco: il 1 luglio 1980  il governo comunista aveva aumentato i prezzi dei prodotti alimentari scatenando un’ondata di scioperi. Scioperarono ferrovieri, lavoratori dei cantieri navali di Danzica e di Stettino, lavoratori delle acciaierie “Huta Warszawa”. Cosa può dirci delle attività di p. Jerzy in quello periodo drammatico della storia polacca?

Marianna Popiełuszko: In quel tempo p. Jerzy risiedeva nella parrocchia di san Stanislao Kostka a Żoliborz (uno dei quartieri di Varsavia). Quando iniziarono le proteste degli operai, fu molto toccato. Quando cominciò lo sciopero nelle acciaierie “Huta Warszawa”, andò a celebrare la santa Messa per i siderurgici. E così iniziò il suo lavoro pastorale fra gli operai. In seguito visitò gli altri gruppi in sciopero: gli studenti della Facoltà di Medicina e della Scuola dei Vigili del Fuoco. Ma tutto quello che faceva non era altro che compiere il dovere del sacerdote. Per di più, non faceva nulla senza permesso del suo parroco, p. Teofil Bogucki, che era per lui come un padre.

In quello stesso anno nacque anche “Solidarność”, il primo sindacato indipendente del blocco comunista, che fu soppresso il 13 dicembre 1981 dal generale Jaruzelski, con l’introduzione della legge marziale. Era preoccupata per suo figlio che stava nella capitale?

Marianna Popiełuszko: Sapevo che p. Jerzy non era sicuro a Varsavia e allora pregavo molto per lui.

La gente ha riferito che p. Jerzy alla vigilia di Natale si mise a distribuire oplatek (ostie non consacrate che in Polonia si usano per scambiarsi gli auguri di Natale) ai soldati che sorvegliavano la canonica, e incoraggiava la gente a dare loro pasti caldi…

Marianna Popiełuszko: Gli avevo insegnato ad essere buono con tutti. Lui voleva vincere il male con il bene, allora non poteva fare diversamente.

Cliccare sul link per continuare a leggere: Marianna Popiełuszko racconta il martirio di don Jerzy (Terza parte) | ZENIT – Il mondo visto da Roma.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Europa. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.