CONSIDERAZIONI GENERALI SUL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO

Da circa un anno la Commissione deontologica della FNOMCeO sta lavorando a una revisione del CD e ha fatto pervenire agli Ordini provinciali (che per ora sono sovrani) la bozza per permettere un lavoro e un contributo locale.

In primis occorre domandarsi il perché di questa iniziativa. Il CD del 2006 aveva già rappresentato il frutto di un faticoso lavoro di condivisione fra le molte “anime” presenti nel mondo medico. Nel corso di questi anni tuttavia molte realtà sono mutate: la tecnologia informatica in sanità ha compiuto balzi esponenziali, l’impoverimento del Paese e gli interventi di “taglio della spesa” messi in atto dalla politica in questi ultimi anni  ci hanno costretto a fare i conti con l’aspetto “economico” della attività medica e più in generale dell’attività sanitaria; sono apparse alla ribalta prepotentemente la medicina estetica e quella potenziativa.
La più grande “novità” è però rappresentata dal fatto che la crisi economica ha svelato che il mondo della sanità pubblica e privata utilizza risorse economiche superiori alle possibilità di spesa del nostro Paese.
Nel tentativo di contenere il disavanzo si è pensato di introdurre nuovi modelli organizzativi, testati efficacemente nel mondo produttivo non sanitario, che potessero permettere il controllo della spesa.
Nello stesso tempo la riflessione sul cardine della relazione di cura, il già traballante rapporto medico –paziente, è stato confinato in ambiti di medical humanities. Tutti (soprattutto i malati)  si lamentano della sua progressiva scomparsa ma tutti (soprattutto gli amministratori)  orientano gli sforzi esclusivamente  solo ad una oculata azione di contenimento economico, sicuramente  necessaria ma non sufficiente a garantire la qualità delle cure.
In questo quadro sanitario (soprattutto quello pubblico)  in fermento, il medico sta vivendo momenti di smarrimento.
I giovani medici vedono davanti a loro un futuro professionale incerto e le figure mature che li hanno preceduti nella professione non trasmettono fiducia valorizzando le loro possibilità e capacità, mentre scompare nei professionisti over cinquanta la passione per il loro lavoro.
La bozza di riforma del codice deontologico rispecchia e cerca di normare il quadro descritto.

Per cui il Codice Deontologico  da punto di riferimento per i medici che contiene i principi e le regole che essi devono osservare nell’esercizio della professione, viene trasformato in “corpus normativo” dell’impegno professionale del medico. Diventa cioè un manuale operativo. E la “prestazione” sostituisce così la “relazione medico paziente”.

Il codice anche stilisticamente cambia aspetto. Sparisce fin dall’articolo 1 il verbo << deve, devono>> sostituito da locuzioni meno impositive.  Il verbo dovere indica la necessità non evitabile di dare inizio a un’azione conseguente a un giudizio morale; quando si sostituiscono ai principi  le regole questo passaggio, mediato dalla libertà del singolo sulla spinta della coscienza, non è più necessario .  Perde vigore il cardine del nostro “in scienza e coscienza”: più entriamo con la norma nel dettaglio più togliamo “pezzetti” alla coscienza. Alla fine resterà un mansionario che non avrà  bisogno della nostra libertà, dovremo solo (forse con qualche difficoltà) applicarlo meccanicisticamente.

A cura di Gemma Migliaro e Raffaele Latocca

                                                                                                                                                                     La Redazione 

Fonte: Medicina e Persona.

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