Medio Oriente, p. Hanna: «I cristiani vogliono restare qui» | Tempi.it

gennaio 14, 2013 Leone Grotti

Intervista al sacerdote di Giordania esperto di Medio Oriente p. Hanna Kildani: «La Primavera araba è diventata un inverno. Qatar e Arabia Saudita non parlino di democrazia, perché sono teocrazie. Solo il Papa ci conforta»

È un sacerdote giordano, ma ha studiato (dottorato e diversi libri pubblicati) e vissuto anche in Palestina e Libano. Il Medio Oriente è la sua casa e padre Hanna Kildani (nella foto), intervistato da tempi.it, conosce a fondo i problemi dei cristiani in questa terra travagliata, definita dal patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal «la chiesa del Calvario. La Giordania è finora l’unico Paese dove c’è stabilità e dove i cristiani e i non cristiani possono rifugiarsi. È il caso di tanti iracheni, tanti siriani, è il caso di tanti egiziani che vengono a cercare lavoro, sono tutti da noi in Giordania. La mia domanda, che non è bella è: ma se capita qualche cosa in Giordania, dove vanno questi cristiani? In Arabia Saudita?».

Padre Hanna, che cosa risponde alla domanda di Twal? La Giordania è accerchiata da conflitti, verrà contagiata?
Per ora la Giordania è stabile. Con la Primavera araba, che alla luce dei fatti non si può definire Primavera, Siria Egitto Libia e Tunisia hanno avuto problemi ma in Giordania le cose vanno bene. Le proteste sono pacifiche e il 23 gennaio ci saranno le elezioni del Parlamento. Molte persone protestano contro la Costituzione, ma la maggioranza vuole queste elezioni. Certo c’è il problema dell’economia che va male: noi importiamo il gas dall’Egitto, ma da quando i Fratelli Musulmani hanno preso il potere, le importazioni sono diventate più difficili. La Primavera araba ci ha già fatto perdere 5 miliardi di dollari solo per il gas egiziano, che fatica ad arrivare.

E i cristiani?
La condizione dei cristiani, 200 mila circa, è come quella di tutti gli altri giordani, che soffrono per l’economia. Per il resto, la Giordania è un paese musulmano ma c’è la libertà di culto, non siamo in Arabia Saudita, i cristiani qui vivono in pace. Le chiese sono aperte, abbiamo scuole e ospedali. Ha ragione il patriarca Twal quando dice che la Giordania è il polmone del Medio Oriente, diciamo che è l’oasi del Medio Oriente. È l’unico posto dove si possono svolgere dei raduni: molti cristiani non possono andare in Palestina, in Iraq, in Siria, molti neanche in Egitto, allora si viene in Giordania, l’unico paese in grado di accogliere tutti. Speriamo che i giordani, il governo e il re lavorino insieme, mano nella mano, per mantenere stabile la situazione. Non sarà facile però sorpassare questa crisi economica, causata dalle guerre che ci circondano.

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