Meno Obama, più Asia Bibi. Editoriale di Luigi Amicone | Tempi.it

gennaio 7, 2015

gennaio 7, 2015Luigi Amicone

A dispetto del “Progresso”, tutto è diventato più piccolo, più chiuso, più rattrappito e più omologato dall’alto verso il basso in un pensiero unico asfittico e violento. Dagli Usa all’Iraq. Ecco perché serve più Asia Bibi e meno Obama

obama-tempi-copertinaAbbiamo un ricordo nitido di quando sentimmo per la prima volta parlare di Barack Obama, uomo pio e postulatore politico del verbo della Trinity United Church of Christ di Chicago. Era da poco salito al soglio petrino Joseph Ratzinger, leggemmo dell’allora senatore dell’Illinois un bel discorso ispirato alla non espulsione della fede dalla sfera pubblica e lo stesso Giuliano Ferrara, scopritore italiano del talentuoso americano, riconobbe una caratura presidenziale nel bravo ragazzo con padre keniota e madre del Kansas. Ebbene, come scrivevamo già lo scorso anno, Obama si è rivelato il peggior presidente della storia americana. E “il peggiore” non in quanto si sia dimostrato inadatto al ruolo di imperatore. Ma perché da imperatore ha posto sotto il suo logo semidivino tutte le buone intenzioni che lastricano le vie dell’inferno.

Ha chiamato “uguaglianza” la versione capitalistica della cultura di cittadinanza che a metà degli anni Settanta fu brevettata in Kampuchea Democratica dal khmer rosso che abolì mamma e papà in favore dei genitori A e B. Ha stretto alleanza strategica con l’islam non liberale e favorito per mero interesse industriale (il lancio delle grandi piattaforme digitali con cui il mondo è regredito a like, emoticon, hashtag) la riduzione della complessità del reale a “primavera araba” piuttosto che a una storia di “#LovIsLove”. Ha subìto senza colpo ferire le lobby che hanno proclamato l’avvento della commercializzazione degli esseri umani (in specie della donna) e insieme la guerra globale alla Chiesa cattolica, colpevole di frapporsi al “Progresso”. Sotto il vestito dell’“audacia della speranza” è cresciuto un nuovo disordine mondiale fatto di ideologia e propaganda, dissolvente ogni realismo, aggressivo di culture che non si riconoscono nel paradigma pelagiano del Padrone del mondo, facitore di una nuova Guerra fredda.

te-deum-2014-tempi-copertina-asia-bibiQuesta è la situazione sul finire del quattordicesimo anno del secondo millennio: a dispetto delle formidabili scoperte tecniche e scientifiche, il mondo è diventato più piccolo, più chiuso, più rattrappito e più omologato dall’alto verso il basso in un pensiero unico asfittico e violento. Così, recessione, terrorismo e fiacca occidentale coprono questo mondo a una dimensione nel quale il fanatismo dei diritti è diventato lo specchio del fanatismo tout court (tanto della nevrastenia, quanto dello Stato islamico).

Dove ci condurrà questa terza guerra mondiale che, come ha detto Francesco, «è già cominciata»? In qualsiasi momento e per qualsiasi “incidente” ci condurrà a una catastrofe. A meno che alla catastrofe si oppongano forze che catastrofe non sono. Forze come Asia Bibi, imprigionate, spossessate di tutto, annichilite in tutto, ma che a maggior ragione rappresentano il potere infinito della libertà. Il potere cristiano per eccellenza. Giacché «il principio fondamentale del cristianesimo è la libertà, che è l’unica traduzione dell’infinitezza dell’uomo» (don Luigi Giussani).

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