Milano e il testamento biologico. Forte (Pdl): «Suicidio» | Tempi.it

dicembre 18, 2012 Benedetta Frigerio

Pisapia pensa di introdurre il registro del testamento biologico. Intervista al consigliere comunale del Pdl Matteo Forte: «Si va avanti per battaglie ideologiche che non riguardano i veri bisogni della città. Giunta irresponsabile».

«Mi auguro dunque che il Consiglio Comunale, che già ha dimostrato una posizione illuminata sulle lotte di modernità, come le unioni civili, continui nel suo percorso approvando la delibera sul “Testamento biologico”», così oggi Umberto Veronesi ha tirato la volata a Marilisa D’Amico e Pierfrancesco Majorino, che sembrano volersi ritagliare un posto di rilievo nel progressismo italiano a suon di battaglie ideologiche in quel laboratorio avanzato che è la giunta milanese. Sulla stessa linea di Veronesi è Beppino Englaro, che è stato invitato a parlare l’altro ieri di testamento biologico nella sala Commissioni di Palazzo Marino, ricordando che «è importante avere provvedimenti in ogni sede, dal Comune al Parlamento».

LE VOGLIE DIVENTANO DIRITTI. Matteo Forte, consigliere comunale del Pdl a Milano, spiega a tempi.it che «la politica ideologica fatta dalla giunta è irresponsabile quando la città fatica a sopravvivere. Sappiamo benissimo che questi sono sforzi che nulla hanno a che vedere con la politica e con le questioni concrete a cui un’amministrazione comunale dovrebbe guardare». Come risponde il Pdl? «Per ora il testamento biologico non è all’ordine del giorno e, anche se è già girato sui giornali, il testo del documento viene tenuto nascosto. Lo stiamo aspettando per vedere di che si tratta dato che non è competenza del Comune legiferare in merito». Un registro di questo tipo non ha alcun valore giuridico, come non ne ha quello sulle unioni di fatto, anche se la giunta Pisapia in realtà concede diritti, sotto forma ad esempio di facilitazioni per l’iscrizione dei figli negli asili nido, anche a chi non è sposato o non si è assunto la responsabilità di una famiglia. «Per la maggioranza di Pisapia l’idea della persona è quella di un individuo solo davanti allo Stato che si deve occupare di lui, registrandone i desideri e trasformandoli automaticamente in diritti, non importa se siano desideri buoni o cattivi. È una concezione di welfare dove i corpi intermedi non ci sono, se non quelli che scelgo e piloto perché contigui alla mia area politica. Così si annulla la libertà di scelta del cittadino».

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