Miracolo pasquale in Colorado – di Rita Bettaglio | Riscossa Cristiana

Quando i Pastori non hanno paura, qualcosa accade. Preghiera, digiuno e mortificazione. E un’alluvione di lettere e telefonate sui politici che si apprestavano ad approvare una legge che avrebbe ulteriormente rafforzato la già sciagurata legislazione abortista.

di Rita Bettaglio

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bishop aquilaPiù di mille dimostranti, per la maggioranza cattolici, ma anche ortodossi ed evangelici, si sono radunati il 15 aprile scorso, Martedì Santo, davanti al Colorado State Capitol a Denver per manifestare e pregare per fermare la cosiddetta SB 175, in discussione al Senato.

La Senate Bill 175, Reproductive Health Freedom Act, è una legge, fortemente voluta dalle cliniche abortiste statunitensi, prima fra tutte Planned Parenthood, per cancellare ogni tipo di regolamentazione sull’aborto nello Stato del Colorado.

Il 15 aprile era prevista la discussione al Senato. L’11 l’arcivescovo di Denver, mons. Samuel J. Aquila ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta a tutte le persone di buona volontà dello Stato del Colorado: in essa li invitava a offrire le preghiere, il digiuno e le mortificazioni della Settimana Santa perché l’iter della legge si sbloccasse. Inoltre li incitava a inondare di lettere e telefonate i politici e i media. La lettera è stata letta nelle parrocchie la domenica delle Palme e i fedeli si sono subito mobilitati. Hanno aderito anche i greco ortodossi, guidati dal Metropolita di Denver, P. Ambrose Omayas e gli evangelici.

Molti politici hanno dovuto staccare il telefono perché suonava giorno e notte. Il 15, giorno fatidico, si sono radunati più di mille, tra cattolici, ortodossi ed evangelici di fronte al Senato: hanno pregato per ore coll’arcivescovo.

Ebbene la legge, proposta dai democratici, è stata fermata perché gli stessi estensori vi hanno rinunciato. Nel Senato del Colorado, infatti, siedono 17 Repubblicani e 18 Democratici. La situazione si presentava così: i repubblicani avevano già dichiarato che avrebbero votato contro la legge, i democratici a favore. All’ultimo momento un senatore democratico, John Kefalas, ago della bilancia, è tornato a casa dicendo di non sentirsi bene. La votazione sulla SB175 è stata rinviata sine die.

Nessuno si sarebbe immaginato una sollevazione simile e certo passerà del tempo prima che la legge venga nuovamente messa ai voti.

Mons. Aquila, nel messaggio di ringraziamento, scritto la sera stessa di Martedì Santo, ai partecipanti, ai vescovi di Colorado Springs e di Pueblo, al Metropolita greco-ortodosso di Denver e al presidente della Regis University per il loro pubblico sostegno alla battaglia, conscio che questo sia solo il primo passo “di un cammino insieme nell’Arcidiocesi di Denver”, ha dichiarato: “La nostra speranza non risiede nei poteri del governo, né nelle leggi dell’uomo, ma nel Dio-uomo Risorto, che ha sconfitto la tomba e non cessa di essere presente fra di noi che siamo alla sua sequela”.

Il Colorado è stato il primo degli Stati dell’Unione ad aver introdotto l’aborto nel 1967. La legislazione vigente prevede che:

  • non ci sia limite temporale per effettuare l’aborto (mentre in 41 stati esso c’è),
  • non sia necessaria alcuna consulenza né un esame ecografico prima dell’intervento: molte donne, infatti, ci ripensano dopo aver visto il proprio figlio e sentito il suo cuore battere,
  • l’aborto sia eseguito da medici autorizzati all’esercizio della medicina nello stato in questione (richiesto da 39 stati),
  • non sia richiesto alcun periodo d’attesa prima di eseguire l’aborto,
  • i minori di 18 anni debbano avere un permesso scritto dei genitori, rilasciato nelle 48 ore precedenti l’aborto,
  • l’aborto non sia pagato con soldi pubblici, se non nei casi di pericolo di vita della donna, stupro o incesto.

Il Reproductive Health Freedom Act, il cui testo è molto ambiguo, prevedrebbe, se approvato, che nessuno, compreso lo stato o le politiche locali, possa interferire in alcun modo con le decisioni inerenti la  salute riproduttiva degli individui. E’ stato definito come “la legislazione pro-choice più aggressiva mai introdotta in un ordinamento statale”. Potrebbe influire in senso peggiorativo sulla già spaventosa legislazione vigente. E sarebbe un apripista per tutti gli altri stati dell’Unione.

Negli USA quella degli aborti è una vera e propria industria. Planned Parenthood, nei propri centri, ha praticato, nel solo 2011, secondo il suo stesso rapporto annuale, 333.964 aborti; la sua filiale di Denver è la seconda più grande degli USA. Capito perché il Colorado doveva aprire una nuova strada nella “assistenza riproduttiva”?

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