Monsignor Crepaldi sulla teoria del genere

gennaio 27, 2013-  Marco Gabrielli

Durante la presentazione del rapporto sulla dottrina sociale della Chiesa nel mondo, il vescovo di Trieste ha spronato i cattolici a riconoscere l’urgenza di un discorso sulla natura umana, «un discorso laico, nel senso di una ragione restituita a se stessa»

È in atto una “colonizzazione della natura umana” da parte di una ideologia che dall’Europa si spinge anche in altri emisferi del pianeta: l’ideologia di genere, espressione di una cultura nichilista che intende ormai superare completamente il concetto di natura umana. È questo il punto centrale toccato dal vescovo di Trieste monsignor Giampaolo Crepaldi durante la presentazione, sabato scorso, del “IV Rapporto sulla Dottrina Sociale della Chiesa nel Mondo” (Cantagalli) redatto dall’Osservatorio Cardinale Van Thuân (di cui Crepaldi è presidente) in collaborazione con altri 5 istituti internazionali. Un cambiamento antropologico che chiama i cattolici a spendersi per quella che è una questione concernente la natura stessa dell’uomo. Dunque una questione eminentemente laica e non confessionale.

IL CASO ARGENTINA. La stessa Europa, ha denunciato il prelato, che un tempo «diffondeva il cristianesimo e, con esso, la tutela della natura umana creata da Dio, ora esporta il superamento della natura umana verso una identità da costruirsi liberamente: maschio o femmina, madre o padre, moglie o marito … non si è, si diventa». Un esempio: l’Argentina. Nell’anno analizzato dal Rapporto, il 2011, nel paese che gode di una radicata tradizione cattolica, sono state approvate tre leggi che destinate ad incidere profondamente sulla fisionomia della società del paese: una legge sulla procreazione artificiale che ha denaturalizzato la procreazione, una legge sul riconoscimento sulla “identità di genere” che ha denaturalizzato la famiglia e una modifica del Codice civile per permettere l’utero in affitto che ha denaturalizzato la genitorialità e la filiazione. Una vera e propria colonizzazione ad opera dell’”ideologia del genere”. «Nel giro di un solo anno – ha osservato Crepaldi – è stata rivoluzionata la base dell’intera società argentina, è stata messa da parte la nozione di “natura umana” ed è stata violentemente posta in angolo l’ispirazione della fede cattolica per la costruzione della società.

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