Morte a chi lascia l’Islam: il Marocco si spacca

Proposta choc del Consiglio degli Ulema: salafiti contro moderati.

Pena capitale a «tutti i marocchini colpevoli di apostasia»: è questa la prescrizione formulata dal Consiglio degli Ulema, massimo consesso religioso del Paese e presieduto dallo stesso re, Mohammed VI, che potrebbe essere applicata a tutti i marocchini di padre musulmano che decidano di abbracciare un altra religione o filosofia.
PAESE SPACCATO TRA MODERATI E SALAFITI. Una richiesta che ha colpito gli ambienti riformisti del Marocco, che rischia ora un salto all’indietro, in un’epoca senza tolleranza e nella quale la religione presiede alla vita quotidiana dei sudditi. La «raccomandazione», com’è naturale, sta spaccando in due il Marocco, con le associazioni ed organizzazioni dei diritti dell’uomo (appoggiate dalla stampa riformista), colte letteralmente di sorpresa, a protestare ed i salafiti (sempre più forti) ad esultare rumorosamente perché in essa vedono il riconoscimento di uno dei punti principali del loro controverso programma.
Al momento, pur se è lui a presiedere il Consiglio degli Ulema, nessuna reazione da parte del re, che, sin dalla sua ascesa al trono nel 1999, ha cercato di dare del Paese, ma di sé soprattutto, una immagine di modernità (in questo affiancato dalla regina, Salma, diventata un’icona per le donne marocchine) che la minaccia contenuta nella raccomandazione degli Ulema rischia di spazzare via.
PROMESSA RADITA DI UN «ISLAM SERENO E PONDERATO». Minaccia che agli occhi dei riformisti suona come una beffa davanti alla scelta ufficiale del Marocco di «un islam sereno, equilibrato e ponderato». Come potrebbe neutralizzare tutti i contenuti liberali della nuova Costituzione, approvata nella primavera di due anni fa, che nel re ha avuto il grande ispiratore e regista, in cui il riconoscimento del diritto alla vita e della libertà di pensiero, così come di culto erano stati accolti dai riformisti come una grande vittoria. Allo stesso tempo, essa sembra non tenere conto degli impegni internazionali assunti dal Marocco in materia di tutela dei diritti dell’uomo e di quelli presi con il popolo in ordine alla separazione tra Stato e religione, pur se il re si fregia ancora del titolo di «difensore dei credenti», che va ben oltre i confini del Regno. La richiesta del Consiglio degli Ulema è giunta in un momento affatto tranquillo per il Marocco, la cui situazione economica è fortemente condizionata dal debito pubblico, per affrontare il quale il governo dovrà varare ed in fretta misure di rigore che potrebbero non essere accettate dalla gente.

Lunedì, 29 Aprile 2013

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