Negozi, senza benefici le aperture domenicali | Cronaca | www.avvenire.it

Perché la domenica è fatta per il riposo e per le famiglie. È questo l’obiettivo della raccolta di firme promossa da Confesercenti e Federstrade – con la condivisione della Cei – che vuole portare in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare. Obiettivo: abolire la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali, introdotta dal decreto Salva Italia, restituendo alle Regioni la potestà di disciplinare i calendari di apertura in base alle esigenze territoriali.«Questa liberalizzazione non ha portato benefici – dice il presidente di Confesercenti Marco Venturi – e anzi 80mila imprese sono destinate a chiudere con una perdita di più di 200mila posti di lavoro». Motivazioni economiche, dunque, ma anche sociali e umane animano un’iniziativa che vuole restituire dignità al lavoro e unità alle famiglie. E domenica 25 novembre la raccolta di firme si terrà anche sui sagrati delle parrocchie. Aderiscono Regioni importanti come Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna. La Provincia autonoma di Bolzano ha appena deliberato la chiusura di 35 domeniche su 52.La liberalizzazione degli orari non ha affatto contrastato gli effetti della crisi economica, spiega Marco Venturi. Dati alla mano, a fine 2012 i consumi delle famiglie saranno calati del 2,2%, il tasso di occupazione di un altro 1,8% arrivando al 10,2. Significativo il monitoraggio sulla liberalizzazione degli orari nei negozi realizzato da Regione Veneto e Unioncamere Veneto: per il 70% degli operatori della grande distribuzione l’aumento dei costi non sarà compensato da un aumento delle vendite. E dall’inizio del 2012 solo il 3,5% dei consumatori intervistati ha fatto sempre acquisti la domenica.

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