Nell’enciclica di Papa Francesco stucchevole è solo Mancuso

Caro Mancuso, sarai anche, forse, a tuo dire – e certo nella considerazione di Corrado Augias – «teologo cattolico», ma mi pare che molta della teologia cattolica sfugga al tuo ragionare.
Ho letto con commozione ed interesse la nuova enciclica di Papa Francesco, e le sue riflessioni, frutto della comunione con Papa Benedetto. È qui, penso, tutta la dimostrazione del profondo legame tra verità e carità.
Perché non accorgersi di questo, e tentare continuamente di sezionare un documento come se fosse un corpo morto davanti all’anatomo-patologo di turno?
Leggendo le tue riflessioni sulla enciclica, nell’articolo “La paura della modernità” pubblicato oggi su Repubblica, sembra che tu sia dominato dalla «paura della cattolicità». Dal rifiuto della continuità. Dalla pretesa di una fede a misura del proprio pensiero. Dalla schiavitù nei confronti della modernità.
Ancora una volta, il tuo modo di leggere i documenti del magistero è governato dalla pretesa di catalogare, sezionare, scegliere. Ecco, «scegliere». Non a caso la radice del sostantivo «eresia» sta proprio in quello «scegliere» che erge ciascuno ad arbitro della verità e del magistero, e sa solo dividere: la Chiesa e gli uomini.
Penso sinceramente di non avere bisogno di questi saggi interpreti del magistero, che rendono cadavere ciò che è invece vita splendente e compito esaltante. E credo che l’abitudine di leggere ciò che accade cogli occhi dei mass-media sia una delle peggiori caratteristiche della «modernità». Ho come alleato il mio cuore, e l’esperienza di un popolo che sa riconoscere i pastori e la verità. E che sa testimoniare quell’intima unione tra verità e carità che sono il retaggio del magistero di Benedetto e di Francesco.

Un nota bene: è vero che la fede è un dono, come è vero che chi dice «Non ho questo dono» afferma una sua scelta, un suo rifiuto, di fronte alla realtà di una fede che comunque gli si è già proposta. Altrimenti non potrebbe chiamare «dono» quello che non possiede.
Secondo nota bene: per l’islam, non siamo tutti «islamici», dobbiamo solo riconoscerlo? A me questo non pone problema di dialogo. Sono cristiano e sono certo di essere nella verità, e non mi sogno di ritenere la convinzione di un altro una mancanza di rispetto nei miei confronti. Se mai gli dimostrerò la bellezza della mia fede.

Fonte: Nell’enciclica di Papa Francesco stucchevole è solo Mancuso.

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