Nigeria: 20 kg di amore fraterno aiutano a perdonare

Abbiamo portato 20 kg di lettere e cartoline scritte anche da voi a Deborah, vedova nigeriana che vive a Maiduguri, centro nevralgico dei Boko Haram. Dal dolore al perdono, passando per la sua solida fede in Dio, un percorso di guarigione non facile, ma che, grazie a voi, Porte Aperte favorisce in tante vedove cristiane.

Sento pace ogni volta che pronuncio parole di perdono nei confronti di coloro che hanno distrutto la mia pace uccidendo il mio amato marito e portandomi via i miei bambini”, afferma la vedova Deborah Shettima. Il 25 aprile 2013 un gruppo di giovani estremisti dei Boko Haram hanno fatto irruzione nella sua casa a Maiduguri (stato di Borno, Nigeria del nord), hanno freddato il marito a colpi di arma da fuoco e rapito le due figlie Tabitha (7 anni) e Sarah (9 anni). Ma il dolore non finì lì. Tre mesi dopo, nel giorno in cui i Boko Haram celebravano la morte del loro leader Mohammed Yusuf, sono tornati a casa sua e hanno ucciso anche l’unico figlio rimastole.

Molti di voi, cari sostenitori di Porte Aperte in Italia, avete scritto a Deborah nel corso di questi mesi per incoraggiarla a superare queste tragiche perdite: è una delle persone che trovavate nella sezione SCRIVI del nostro sito (ora la campagna di lettere per lei è finita, grazie di cuore a tutti voi che l’avete sostenuta!). A più riprese (a lei come a molte altre vedove che sosteniamo) abbiamo fatto visita portando le vostre lettere e il sostegno della nostra missione. Deborah umilmente non nasconde quanto sia ancora difficile da metabolizzare il dolore: “E’ un periodo difficile della mia vita. Sto ancora chiedendo a Dio di mostrarmi se le mie bambine sono vive: questo mi ridonerebbe il sorriso”. D’altronde vive in un’area in cui gli attacchi contro i cristiani si susseguono e le chiese sono sommerse dall’ondata di tragedie, aggressioni e strazio che pervade la vita di molti membri: purtroppo le vedove aumentano, così come i pastori uccisi e le giovani rapite, quindi se da una parte il dolore di Deborah trova la vicinanza di altre sorelle, dall’altra la chiesa di quest’area non ha pace e non riesce a farsi carico di tutte queste ferite senza sentirsi spesso estremamente impotente. Vivere a Maiduguri, uno dei centri nevralgici dei Boko Haram, non è per nulla facile per un cristiano.

Deborah era musulmana, ma si è convertita a Cristo e si è poi sposata: ora la famiglia musulmana di provenienza esercita forti pressioni su di lei perché ritorni all’islam. Costretta dalle minacce di alcuni vicini e dal terrore di veder tornare i Boko Haram, ha dovuto lasciare la casa costruita dal marito per affittare un piccolo appartamento vicino alla stazione di polizia (Porte Aperte la sta aiutando anche a pagare l’affitto). Ma spiritualmente come sta? “Ho deciso di seguire Cristo. Rimarrò cristiana finché avrò vita. Le minacce non mi piegheranno. Sono pronta a morire per Gesù, ci risponde fissando il suo sguardo su di noi. “La mia tragica situazione non significa che Dio non si interessi a me. Io lo loderò in ogni circostanza.

Le abbiamo portato circa 20 kg di lettere e cartoline e Deborah è rimasta senza parole. Sapere che la chiesa globale, anche in Italia, intercede per lei, le ha dato coraggio. “Non merito tutto questo! Le vostre preghiere mi donano pace. Non capivo quale fosse la fonte della pace che mi inondava in certi momenti, ma ora lo so. Ora so, attraverso queste lettere e cartoline, che in molti mi pensano e pregano per me, non sono sola. E’ vero, Dio ascolta le preghiere dei Suoi”. Le vostre lettere aiutano a costruire il perdono in queste sorelle.

La situazione in Nigeria dall’inizio del 2014 è ulteriormente peggiorata a causa della massiccia e continua offensiva dei Boko Haram, ma anche della connivenza di molti musulmani radicali comuni che approfittano della situazione per trarre profitti a scapito dei cristiani. Il numero dei martiri è in continuo aumento, così come quello delle vedove come Deborah. Abbiamo bisogno del vostro aiuto per poter stare al loro fianco.

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