Nigeria – La ”debolezza” dei cristiani

I vescovi al Sinodo: smentendo i media ”non si considerano vittime”

“Contiamo sempre sulle vostre preghiere”. Le parole di mons. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja (Nigeria), nell’intervento “in scriptis”, quindi non pronunciato in Aula, al Sinodo dei vescovi, in corso in Vaticano, sembrano risentire della grave situazione in cui versa la Nigeria. Negli ultimi giorni, infatti, una serie di attentati attribuiti ai fondamentalisti islamici di Boko Haram ha provocato diverse vittime nel Nord-Est del Paese. Mercoledì notte una bomba è esplosa contro una chiesa evangelica di Zango, nello Stato federale di Bauchi (nel Nord della Nigeria), senza provocare morti o feriti. Ma non sono solo i cristiani le vittime della violenza: il 14 ottobre almeno venti persone sono morte in un attacco armato contro una moschea nel villaggio di Dogo Dawa, in un’area remota dello Stato di Kaduna, nel Nord del Paese. Nei giorni scorsi mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, “a nome dei padri sinodali e degli altri partecipanti all’assemblea sinodale”, ha espresso “vicinanza, simpatia e partecipazione alla premura della Conferenza episcopale di Nigeria nel trovare una via del dialogo, per promuovere la pace nella giustizia, in relazione ai disordini che generano violenza nel Paese”. Nelle parole del segretario generale anche “la preghiera affinché le religioni non vengano sfruttate e manipolate per gli scopi di gruppi e partiti, ma siano fattore d’intesa, collaborazione e pace”.

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