«Noi, cristiani del Pakistan vittime del terrore» – Vatican Insider

Intervista con mons. Joseph Coutts, leader dei vescovi pachistani. «I talebani identificano i cristiani con l’Occidente»

Mauro Pianta Marta Petrosillo

«La peggiore discriminazione è non essere considerati al pari degli altri cittadini». Ecco la quotidianità dei cristiani pachistani raccontata da monsignor Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi e presidente della Conferenza episcopale del Pakistan. Invitato in Italia dalla Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, oggi il presule interverrà ad un incontro alla  Pontificia Università della Santa  Croce.

Eccellenza, nel solo attacco alla Chiesa di Tutti i santi a Peshawar, sono morte 126 persone e oltre 150 sono rimaste ferite. Perché tanto odio contro i cristiani?

«Quanto accaduto a Peshawar è qualcosa d’inedito. Perché colpendo la comunità cristiana, i terroristi hanno voluto inviare un messaggio agli Stati Uniti, affinché interrompano immediatamente le missioni dei droni (aerei senza pilota, ndr) sul territorio pachistano. Altrimenti hanno minacciato di attaccare molte altre chiese. Dovete comprendere che questi gruppi identificano i cristiani con l’occidente e sono quindi convinti di poter esercitare pressioni su Washington minacciando o attaccando la nostra comunità».

Di quanta libertà religiosa godono oggi le minoranze in Pakistan? E cosa, concretamente, i cristiani non possono fare?

«La Costituzione ci garantisce molte libertà di cui in effetti godiamo, come poter gestire scuole e ospedali. Ma all’interno della nostra società non siamo considerati al pari degli altri cittadini. I cristiani sono discriminati in ambito lavorativo ed i ragazzi cristiani che frequentano le scuole statali sono penalizzati negli studi o subiscono pressioni affinché si convertano all’Islam».

Non è possibile abolire leggi liberticide, come ad esempio quella sulla blasfemia?

«La legge sulla blasfemia è nata per nata per proteggere l’onore del profeta Maometto e preservare il Corano dalla dissacrazione ed un qualsiasi tentativo di abolirla scatenerebbe la dura opposizione della comunità musulmana. Ma il problema non è tanto la norma in sé, quanto l’uso improprio che ne viene fatto e la reazione emotiva che un’accusa di blasfemia può innescare. Una volta che il presunto blasfemo è stato incolpato, è quasi impossibile per lui provare la sua innocenza. E anche nei rari casi in cui l’imputato viene prosciolto, sia lui che il giudice rischiano di essere uccisi».

Oltre alle dichiarazioni formali, cosa sta facendo il governo pachistano per proteggere le minoranze?

«Dopo l’attentato a Peshawar il governo ha offerto agenti di sicurezza per proteggere le nostre chiese. Ma in casi come questo le autorità possono ben poco. I fondamentalisti combattono lo stesso governo pachistano, perché vogliono che il Pakistan diventi una teocrazia islamica. Prima della Chiesa di Tutti i santi avevano già effettuato altri attacchi contro l’esercito, le forze di polizia e le istituzioni».

C’è qualche novità riguardo al caso di Asia Bibi?

«Purtroppo non vi è alcuna novità. Molti fanatici non hanno gradito la pressione esercitata dai media internazionali, perché non accettano che l’occidente “s’intrometta in questioni nazionali”. Dobbiamo attendere che le acque si calmino e cercare di dialogare con i suoi accusatori. È l’unica soluzione possibile».

Come può la comunità internazionale aiutare le minoranze in Pakistan?

«Si può esercitare una certa pressione sul governo affinché tutti i diritti umani delle minoranze siano rispettati e sia garantita loro protezione».

Che considerazione hanno i musulmani pachistani della figura di Papa Francesco?

«Sono sicuro che il messaggio inviato dal Papa alla comunità islamica in occasione del mese del Ramadan avrà ripercussioni positive sulla visione che molti musulmani hanno di noi. È davvero importante che Papa Francesco si sia rivolto a loro in maniera diretta ed amichevole, perché così ha contribuito a sfatare il pregiudizio di un occidente cristiano nemico dei musulmani».

Fonte: «Noi, cristiani del Pakistan vittime del terrore» – Vatican Insider.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Asia e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.