Non ci importa fare pubblicità!

Colla scusa di non fare pubblicità (come se il male avesse bisogno del nostro misero contributo) si nasconde la nostra paura e la nostra ignavia. Andare nelle periferie per annunciare Cristo, non per confonderci col mondo!

Può darsi che questo libro (Il testamento di Maria, di Colmar Toibin) sia un flop e che parlarne ne faccia solo pubblicità. È un rischio, certamente, ma di questo passo ci troveremo sempre di fronte al fatto compiuto, e al massimo grideremo scandalizzati per quello che accade, senza mai essere capaci di un giudizio critico.
Hanno fatto uno spettacolo osceno parodiando l’eucaristia, e non si dono levate voci di protesta, perché, tanto, quel gruppo era insignificante (e non conta che siano stati spesi soldi dei cittadini italiani, credenti e no; e non importa che l’impunità ha spesso come radice la connivenza…)
Hanno tirato merda sul volto di Gesù, e a Roma neanche se ne sono accorti (e alcuni “esperti” hanno inneggiato alla cultura…).
Hanno fatto firmare a studenti e docenti e personale vario della prestigiosa Università Cattolica un «Codice etico» che puzzava di massoneria e teoria del «gender» e tutti (no, «quasi» tutti) si sono premurati di firmare senza neppure leggere.
Stanno facendo passare una legge liberticida, usando di tutto per stravolgere la mentalità, facendo credere che si tratti di una «emergenza nazionale», e discutendo di notte come dei cospiratori di società segrete, e pochissime voci si levano per denunciare l’inganno…
Fanno dire al Papa quello che vogliono, mentendo spudoratamente (e riconoscendolo poi anche pubblicamente) e a pochissimi nasce il sospetto che le cose e le parole siano diverse…
Ora stanno infangando la figura di Maria, la madre di Gesù, e «stiamo a vedere», per non fargli pubblicità gratuita.
No, non è pubblicità gratuita, è sacrosanto diritto di vedere rispettati i propri diritti, è «ora di fermarsi» per chiedere il rispetto di ogni uomo, della sua libertà e della sua dignità, perché la pace che auspichiamo inizia nella vita di tutti i giorni, negli ambienti che frequentiamo, nei mezzi di comunicazione sociale… «Ieri ho ricevuto una lettera di un signore, – ha detto Papa Francesco nell’Angelus del I gennaio – forse uno di voi, che mettendomi a conoscenza di una tragedia familiare, successivamente elencava tante tragedie e guerre oggi, nel mondo, e mi domandava: cosa succede nel cuore dell’uomo, che è portato a fare tutto questo? E diceva, alla fine: “E’ ora di fermarsi”. Anche io credo che ci farà bene fermarci in questa strada di violenza, e cercare la pace. Fratelli e sorelle, faccio mie le parole di quest’uomo: cosa succede nel cuore dell’uomo? Cosa succede nel cuore dell’umanità? E’ ora di fermarsi!»
Fanno pena queste esternazioni di Enzo Bianchi: «Già si scatenano forze contro Francesco, e sono forze anche interne alla Chiesa, perché la mondanità e il successo sono tentazioni presenti anche nella Chiesa. Le persone che non sopportano questo cambiamento, faranno resistenza al Papa. Mondanamente Gesù non ha vinto, e non so se Francesco ce la farà, ma la sua missione è provarci. Come ha fatto il Cristo», perché sembrano una accusa agli «altri», e noi sempre e solo dalla parte dei buoni, di quelli che hanno capito, che dicono il giusto… e mai un accenno al pentimento, alla propria storia, i «puri – i catari di oggi» che non muoveranno mai un dito né scriveranno una riga contro il potere dei media.

No, voglio gridare ad alta voce – fossi pure da solo, ma non lo sono, e tanti lottano e soffrono come me – quella verità di amore a Maria, al Papa, alla Chiesa, ad ogni uomo che soffre, a chi cerca con tutto il cuore la luce e vede la propria fragilità, ai pubblicani della nostra vita quotidiana… voglio gridare sui tetti (siano pure quelli di internet e dei rapporti quotidiani che vivo) che non mi vergogno della Madre Chiesa, che sono – come ha detto in maniera sublime il Papa – «un peccatore, sì, ma che è stato perdonato»!

Fonte: Non ci importa fare pubblicità!.

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