Non solo gay e lesbiche. I nuovi gender sono LGBTQIIAA | Tempi.it

gennaio 10, 2013 Redazione

Queers, intersex, eccetera. Si allungano gli acronimi inventati dalle giovani avanguardie della liberazione sessuale. Ma più di quattro, per un acronimo, sono troppe, anche per una lesbica.

La voglia di inclusività non conosce limiti. Nemmeno l’estetica o il buon gusto riescono a contenere la proliferazione di acronimi che le nuove categorie di generi, identità, orientamenti sessuali, che tanto entusiasma le giovani avanguardie del movimento di liberazione sessuale. Più lettere per tutti, dunque: dall’acronimo LGBT al LGBTQIIAA. Ne parla il New York Times, che prova a tracciare  sull’evoluzione delle questioni di genere fra i giovani americani.

DA LGBT A LGBTQIIAA. Non ci sono soltanto lesbiche, gay, bisessuali-bigender, transessuali-transgender. Il nuovo che avanza si fa chiamare LGBTQIIAA. «I giovani di oggi non si sentono definiti dai LGBT», ha dichiarato Shane Windmeyer, uno dei fondatori di Pride Campus, un gruppo nazionale di difesa degli studenti “diversi”. Così in università e sui social-media, nascono i nuovi acronimi. LGBTQIA e LGBTQIIA, per esempio, dove  “Q” significa sia “questions” sia “queer” (travestiti), “I” per “intersex”, persone che  hanno anatomia sia maschile che femminile, e “A” per “alleato” (amico della causa di liberazione sessuale) o “asessuato” (persona definita dalla mancanza di attrazione sessuale).

LE UNIVERSITÀ  SI APRONO.  A chi è riuscito a liberarsi dal regime binario dell’eterossessualità egemonica, qualche università americana offre servizi sempre più specifici, che non si sottraggono dall’uso dei nuovi acronimi.
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