Notizie PRO-LIFE: Cosa serve davvero la legge sulla fecondazione eterologa?

La telenovela sulla legge da approvare a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha eliminato il divieto di fecondazione artificiale eterologa si arricchisce di una nuova puntata, davvero sorprendente.

Abbiamo più volte osservato che il mondo cattolico e prolife ufficiale, all’unisono, fin dal giorno in cui la Corte Costituzionale comunicò la sua decisione, ha esclamato: “ci vuole una legge!”. Ora scopriamo che, dietro questo coro unanime, le intenzioni erano diverse.

Ricordate la lettera dell’on. Roccella ai colleghi parlamentari con l’individuazione delle questioni da risolvere? Francesco Agnoli aveva sintetizzato la proposta in due punti importanti, che avrebbero potuto ottenere l’effetto di “riduzione del danno da Corte Costituzionale”: l’obbligo di gratuità della donazione dei gameti e il divieto di anonimato dei donatori.

Ora scopriamo che il “vero” obiettivo di alcuni politici sedicenti cattolici era quello accennato en passant da Carlo Casini, “per conservare nel massimo possibile la logica dell’articolo 1 della legge 40 che fissa il diritto al figlio”: l’utilizzo degli embrioni soprannumerari congelati ed “abbandonati” nei congelatori dai loro genitori.
La proposta di legge Fioroni, Valiante e Gigli prevede proprio questo: “La PMA eterologa è consentita anche ricorrendo all’uso di gameti femminili o di embrioni soprannumerari resi disponibili da coppie che abbiano precedentemente fatto ricorso alla PMA omologa”

Niente di nuovo: l’Adozione per la Nascita è un argomento che circola nell’ambiente cattolico da alcuni anni ed è stato sostenuto esplicitamente da Scienza e Vita, nonostante la Dignitas Personae la qualificasse come soluzione moralmente illecita, sulla base dell’insegnamento di Giovanni Paolo II.

Quello che colpisce è la rapida “capacità di adattamento” alla nuova situazione creatasi: la sentenza della Corte Costituzionale, in fondo, forse non è un fatto così negativo, perché permette di fare quello che da tempo sostenevamo …
E’ la logica della fecondazione in vitro in cui, chi ha inventato la legge 40, è evidentemente immerso: gli embrioni devono “servire” a qualcosa, perché non utilizzarli per tentare una nuova gravidanza?
La soluzione, poi, serve a completare il quadro di autoassoluzione per gli autori della legge 40.
Ricordate? Gli embrioni trasferiti nel corpo materno dopo la fecondazione in vitro e morti per mancato attecchimento, secondo il Movimento per la Vita, non vengono uccisi, ma “affidati alla natura”: a ciascuno di essi è stata data la chance di nascere. La loro morte non è colpa di nessuno!

E gli embrioni congelati? Ecco, diamo loro la possibilità di essere trasferiti nel corpo di una donna diversa dalla loro madre! Moriranno? E’ la natura … non è colpa di nessuno …

Giacomo Rocchi

Fonte: Notizie PRO-LIFE: Cosa serve davvero la legge sulla fecondazione eterologa?.

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