Lo schiaffo di Costanza Miriano
“La legge che consente l’aborto va eliminata. Adesso ci sono i mezzi per decidere prima e se una donna non vuole più il figlio può abbandonarlo dopo la nascita, ci sono famiglie in fila per l’adozione. E’ possibile abbandonarlo in ospedale senza riconoscerlo”. “Una donna incinta deve essere costretta a partorire” “Dobbiamo essere tutti costretti ad aiutarla ad accogliere il figlio. Va eliminata la possibilità di abortire. Il bambino è un essere umano da subito”
Costanza Miriano,
autrice di due bellissimi libri – “Sposati e sii sottomessa” e “Sposala e muori per lei” – e che gestisce un blog imperdibile, pieno di spunti e riflessioni – ha deciso di affrontare una prova durissima: quella di essere intervistata da Giuseppe Cruciani nel programma La Zanzara su Radio 24. Lo spunto per l’intervista erano le polemiche sorte in Spagna per la pubblicazione del primo dei suoi libri; ma il conduttore – che, come è noto, segue percorsi ed obbiettivi suoi, come è legittimo – ha indotto la giornalista del TG3 a rispondere anche su temi come l’aborto.
Le parole di Costanza Miriano che abbiamo riportato sopra sono uno schiaffo al “politicamente corretto” così diffuso nel mondo cattolico prolife, secondo cui “bisogna applicare interamente la legge 194”, soprattutto nelle sue “parti buone”, e per il quale non è mai il momento per tentare di abrogarla o di limitare i casi in cui l’aborto – l’uccisione di un essere umano innocente – è autorizzato; sì, perché, secondo la vulgata corrente in quel mondo, la legge 194 “non riconosce l’aborto come diritto” e appresta gli strumenti per evitarlo.
Che questo non basti per salvare tutti i bambini che rischiano di essere uccisi (lo sforzo ingente ed ammirevoli dei Centri di Aiuto alla Vita ha permesso, nel 2012, la nascita di circa 10.000 bambini, contro 110.000 uccisi da aborti legali, almeno 40.000 da aborti clandestini, decine di migliaia di embrioni uccisi con le pillole dei giorni dopo e altre decine di migliaia con le tecniche di fecondazione in vitro. I C.A.V., dall’anno della fondazione del primo di essi, quello di Firenze (1975) hanno fatto nascere 150.000 bambini, contro sei milioni di bambini uccisi da aborti legali svolti dal 1978 ad aggi, oltre a quelli clandestini ecc.) evidentemente non induce ad ulteriori riflessioni: no, la legge 194 non si tocca e non si deve toccare!
Lo schiaffo, si diceva: sì, perché affrontando il tema dall’origine, dalla verità dell’aborto (“il bambino è un essere umano da subito”), la Miriano non può che giungere a ritenere necessaria l’eliminazione di una legge che consente l’uccisione di quegli esseri umani (“La legge che consente l’aborto va eliminata”). Non solo: eliminare la legge che consente l’aborto comporta “costringere una donna incinta a partorire”; ma, naturalmente, comporta anche “costringere tutti ad aiutarla ad accogliere il figlio”.
“Costringere” significa minacciare sanzioni (non necessariamente il carcere) alla donna che abortisce e gravi sanzioni a coloro che eseguono l’aborto e a coloro che abbandonano la donna incinta in difficoltà, o ancora di più, la spingono a quell’atto.
Impossibile? Assolutamente improponibile? Imbarazzante?
Qualche giorno prima dell’intervista della Miriano a La Zanzara avevo letto la bella omelia del Vescovo di Brescia per la festa dell’Immacolata Concezione.
“Non m’interessa, in questa sede, la questione delle leggi o di eventuali loro riforme. Desidero, invece, fare un discorso semplicemente umano, riferito al bene delle persone e della società.”
“Ci vorranno anche leggi sagge, ma certo esse non basteranno a garantire i comportamenti virtuosi delle persone; non riusciranno a convincere una persona a rinunciare a una realizzazione personale per il bene della società, forse nemmeno a rinunciare a un bene immediato per la speranza di un bene futuro”.
Non voglio certamente contrapporre la Miriano ad un Vescovo: certo è che, con l’agilità del laico slegato dalla correttezza intraecclesiale, la giornalista giunge ad una risposta razionale e convincente.
Grazie, Costanza!
Giacomo Rocchi