Nozze gay, in Europa è scontro Chiesa-Stato

di Tommaso Scandroglio

Negli ultimi mesi si registra in non pochi stati europei un’accelerazione in merito al riconoscimento giuridico delle cosiddette “nozze” gay.  In parallelo e sempre in questi stati il sismografo ecclesiale registra prese di posizioni assai decise sul tema delle Conferenze episcopali nazionali o di alti prelati ben in vista.

Ad esempio qualche giorno fa il premier inglese David Cameron insieme al sindaco di Londra ed altri 17 rappresentanti del partito Tory hanno pubblicato una lettera aperta al Sunday Telegraph aprendo senza riserve ai “matrimoni” omosessuali che pare diventeranno legittimi entro la primavera del 2014 e che proprio oggi, 13 dicembre, sono oggetto di una relazione da parte del Governo.

Joseph Devine, vescovo di Motherwell in Scozia, non è stato a guardare ed ha accusato il Primo Ministro, il quale in campagna elettorale si era schierato a favore di politiche per la famiglia, di non essere coerente e di “non essere all’altezza”. Mons. Devin non le manda a dire e in un’intervista, rivolgendosi a Cameron, così lo apostrofa: “Lei vacilla, ambivalente nel ruolo che vorrebbe avere, discepolo di David o di Nerone. Con una contraddizione tale fra le dichiarazioni e le azioni, su quale base si aspetta che chiunque e i cristiani in particolare la rispettino o abbiano fiducia in lei?”. L’uscita di Cameron sul Telegraph denota una “fretta indecente” nel voler riconoscere le unioni omosessuali secondo Devine. Infine il vescovo così chiude: “Sospetto che sia solo questione di tempo prima che lei faccia un passo in più e metta fuori legge l’insegnamento della dottrina della Chiesa sulla morale sessuale accusandolo di discriminazione”.

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