Nozze gay in Francia Lo scontro va in aula E il «no» si attrezza

All’Assemblée Nationale i sostenitori di sinistra della bozza partono favoriti, ma il braccio di ferro nelle piazze francesi è stato già nettamente vinto dal “fronte del no”. In una Francia sempre più spaccata in due, il dibattito parlamentare attorno alla bozza socialista sulle nozze e adozioni gay comincerà nel pomeriggio di oggi e viene già definito dagli osservatori d’Oltralpe come «la prima grande battaglia della legislatura». Fra le maggiori questioni in bilico, c’è pure l’eventuale organizzazione di un referendum popolare, caldeggiata sempre più dall’opposizione e dall’intero “fronte del no”, anche nell’ottica di prolungare al massimo un dibattito nazionale rimasto fin qui molto parziale e talora in sordina.

Nonostante la «determinazione» dell’esecutivo, ribadita venerdì scorso dallo stesso presidente François Hollande, il clima attorno al testo evidenzia ormai uno scetticismo e un rigetto crescenti nel Paese. Lo si è visto anche domenica, in occasione dell’ultimo corteo a favore della bozza. A Parigi, in una giornata soleggiata e con il sindaco socialista Bertrand Delanoe in testa al corteo, i manifestanti non hanno superato i 125mila, secondo la Prefettura. Una cifra poi confermata da una stima indipendente pubblicata dal quotidiano Le Figaro. Nel caso della “Manifestazione per tutti” del 13 gennaio, invece, le stime indipendenti del generale Bruno Dary, ex governatore militare di Parigi e organizzatore delle parate del 14 luglio, erano invece giunte tutte alla conclusione di almeno 800mila contrari alla bozza, calcolati attraverso 4 distinti metodi. E gli oppositori, fra l’altro, avevano dovuto sfidare una giornata di pioggia.

Intanto, i sondaggi continuano a mostrare una paradossale “doppia maggioranza”: 6 francesi su 10 restano favorevoli alle nozze gay, ma altrettanti bocciano le adozioni. Il paradosso nasce dal fatto che, secondo il sistema giuridico francese, non può esservi matrimonio senza diritto all’adozione. Da ciò, il “fronte del no” conclude logicamente che la prima maggioranza è solo apparente e dovuta alla scarsa informazione, come del resto dimostra pure la tendenza dei movimenti d’opinione nelle ultime settimane.

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