Numerose conversioni dall’islam al cristianesimo nel mondo

Scovando vecchie notizie: da “Il Filo a Piombo” del 6/5/ 2008

«Si fanno cristiani 667 islamici all’ora, 16mila al giorno, 6 milioni all’anno». Lo sceicco Ahmad al-Qataani esagererà pure, ma il fenomeno allarma le autorità musulmane. Che quindi inaspriscono la repressione. Ma non serve a nulla…

Il battesimo di Magdi Cristiano Allam ha fatto notizia, ma è solo la punta di un iceberg gigantesco, le cui dimensioni esatte sono in larga misura ignote. I gravi pericoli cui va incontro chi abbandona la fede islamica rendono difficili le stime, ma le notizie disponibili lasciano intuire un fenomeno rilevante, forse persino in grado di modificare clamorosamente il futuro del mondo. Secondo il London Times, il 15% circa dei musulmani residenti in Europa hanno lasciato l’islam. In Gran Bretagna sono attorno alle 200mila unità e in Francia si calcola che ogni anno 15mila islamici diventino cristiani: più o meno 10mila cattolici e il resto protestanti.

Nel 2006 lo sceicco Ahmad al-Qataani, intervistato da Al-Jazeera, pronunciò parole allarmate: «L’islam è sempre stato la principale religione dell’Africa e un tempo c’erano 30 lingue africane che si scrivevano in caratteri arabi. Il numero dei musulmani africani è attualmente di 316 milioni, metà dei quali sono nordafricani di cultura araba. Nella parte dell’Africa non araba il numero dei musulmani non eccede i 150 milioni. Quando si pensa che l’intera popolazione africana è di un miliardo di persone, ci si rende conto che in proporzione il numero dei musulmani è diminuito notevolmente rispetto all’inizio del secolo scorso. D’altra parte il numero dei cattolici è aumentato da un milione nel 1902 a circa 330 milioni. A questi si aggiungono 46 milioni di appartenenti ad altre confessioni cristiane. Ogni ora 667 musulmani si convertono al cristianesimo. Ogni giorno 16mila musulmani si convertono al cristianesimo. Ogni anno 6 milioni di musulmani si convertono al cristianesimo. Sono numeri enormi».

È probabile che al-Qataani abbia gonfiato i numeri per accrescere l’allarme tra i propri correligionari, ma le sue dichiarazioni rivelano un trend sempre più chiaro: malgrado le minacce di morte e le persecuzioni che subiscono gli “apostati, nel mondo le conversioni dall’islam al cristianesimo sono molto più numerose di quelle in senso contrario. La crescita numerica dell’islam, che di recente (come ha riconosciuto il Vaticano) ha superato il cattolicesimo come religione più praticata nel mondo, si deve infatti quasi esclusivamente all’alta natalità dei Paesi islamici, i cui tassi di mortalità infantile si sono enormemente ridotti rispetto al passato grazie alla medicina occidentale. La crescita del cristianesimo, invece, si basa soprattutto sulle conversioni degli adulti. Come ha scritto il leader cristiano evangelicale Wolfgang Simpson, «negli ultimi due decenni sono arrivati a Cristo più musulmani che in tutti i secoli precedenti».

Non diamo loro il femminismo…
Il personaggio che le autorità religiose islamiche temono di più è il sacerdote copto Zakaria Botros, definito dal giornale arabo al-Insan al-Jadid «il nemico pubblico numero uno dell’islam». I suoi programmi trasmessi via satellite dagli Stati Uniti, nei quali discute da un punto di vista cristiano gli aspetti più problematici del Corano (la guerra santa, l’inferiorità delle donne, la lapidazione e così via), hanno provocato conversioni clandestine di massa al cristianesimo. La sua perfetta conoscenza della lingua araba e delle fonti islamiche gli permette di raggiungere un vasto pubblico mediorientale, e gli spettatori rimangono colpiti dalla frequente incapacità degli ulema, che spesso scelgono il silenzio, di rispondere in maniera convincente alle sue osservazioni. La ragione ultima di questo successo è che, diversamente da certe controparti occidentali che criticano l’islam solo da un punto di vista politico, l’interesse principale di Botros è la salvezza delle anime.

Come ha scritto Raymond Ibrahim sul periodico conservatore statunitense National Review, «molti critici occidentali non capiscono che per disinnescare l’islamismo radicale occorre proporre al suo posto qualcosa di teocentrico e di spiritualmente soddisfacente, non il secolarismo, la democrazia, il consumismo, il materialismo o il femminismo. Le “verità” di una religione possono essere sfidate solo dalla Verità di un’altra religione. Padre Zakaria Botros combatte il fuoco con il fuoco».

In tutto il Medio Oriente la ripulsa per gli aspetti più deteriori legati al fondamentalismo islamico, come l’autoritarismo politico, l’intolleranza, la violenza e il terrorismo, hanno avvicinato milioni di uomini e di donne al cristianesimo. Pare infatti che in Iran un milione di persone si siano segretamente convertite al cristianesimo evangelicale negli ultimi cinque anni. Il pastore Hormoz Shariat sostiene di averne convertite 50mila con il suo programma in lingua farsi trasmesso via satellite. Hormoz fa notare che nel periodo 1830-1979, 150 anni di sforzi di evangelizzazione, i missionari erano riusciti a costituire una comunità evangelicale di sole 3mila persone. Oggi invece il parlamento iraniano, preoccupato per il crescente numero di giovani che abbandonano l’islam, sta lavorando per varare la pena di morte per gli apostati.

Non reggono più la violenza
Un fenomeno simile si sta ripetendo nell’Iraq in guerra, dove sempre più persone, stanche di subire le conseguenze del terrorismo di al Qaida e delle violenze dell’estremismo religioso, ascoltano con scetticismo crescente i discorsi dei loro capi religiosi. Secondo il pastore protestante Paul Ciniraj, 5mila islamici si sono convertiti al cristianesimo in Iraq, 10mila in India, altrettanti in Afghanistan, 15mila in Kazakistan, 30mila in Uzbekistan. Roman Silantyev, segretario esecutivo del Concilio Interreligioso di Russia, ha affermato che l’anno scorso nel suo Paese circa due milioni di musulmani “etnici” si sono convertiti al cristianesimo (100mila solo nel Kirghizistan). Il disgusto per la violenza islamista è fra le motivazioni principali, dato che il numero maggiore di conversioni si è avuto nell’area di Beslan, teatro del celebre quanto atroce attentato contro una scuola elementare.

Un sandwich particolare
In Algeria la conversione di circa 80mila persone ha spinto le autorità governative a emanare di recente leggi che puniscono severamente il “proselitismo” cristiano. In Marocco numerosi articoli di giornale hanno lamentato la conversione di 25-40mila musulmani, soprattutto tra le popolazioni berbere. In Sudan ben 5 milioni di persone hanno accolto Cristo a partire dai primi anni Novanta, malgrado le terribili persecuzioni messe in atto dal governo. Quali le ragioni di queste conversioni in massa? Secondo un leader evangelicale sudanese, «la gente ha visto com’è l’islam, e al suo posto vuole Gesù».

Dopo decenni di guerra islamista, migliaia di conversioni clandestine al cristianesimo sono avvenute anche nelle aree rurali del Kashmir, dove un fedele ha dichiarato: «M’interessa la religione, ma odio la violenza. Odio i fondamentalisti dell’islam. Vengo in chiesa per cercare la pace». Il muftì di Perak, in Malesia, valuta in circa 250mila il numero di chi ha abbandonato l’islam facendo domanda ufficiale di apostasia allo Stato, un diritto che è concesso solo ai cittadini malesi appartenenti a minoranze etniche.

Colpisce che ad attivarsi siano però soprattutto le Chiese protestanti, evangelicali e pentecostali. Nel 1996 la Società Biblica Egiziana vendette solo 3mila copie di un film su Gesù, ma 600mila nell’anno 2000. Conversioni segretissime sembrano verificarsi addirittura tra i palestinesi. Un pastore evangelicale ha dichiarato: «Ho lavorato tra queste persone per 30 anni, e dovete credermi se vi dico di non aver mai visto nulla di simile». Ma vi è di più: come riporta il sito www.backtojerusalem.org/vision, un gran numero di missionari predicano il Vangelo lungo la strada che dalla Cina giunge a Gerusalemme; e gli evangelicali della Nigeria vogliono fare l’analogo, con 50mila missionari pronti a battere tutto il Nordafrica per giungere ancora, sempre, ovvio, a Gerusalemme. Un sandwich, con l’Arabia Saudita wahhabita nel mezzo…

Più timida è invece l’attività missionaria di diversi cattolici. Il padre gesuita Samir Khalil Samir, uno dei massimi esperti cattolici dell’islam, consigliere del Papa, testimonia, per esperienza personale, che nei Paesi islamici molto clero cattolico, per paura o per un malinteso “ecumenismo”, cerca di dissuadere le conversioni.

Guglielmo Piombini
(Il Domenicale, 3 maggio 2008)

Fonte: Il Filo a Piombo.

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