NUOVO CODICE DEONTOLOGICO: E’ NECESSARIO UN TEMPO DI RIFLESSIONE E CONFRONTO

Il dibattito del mondo professionale  interno agli Ordini  ed esterno sui mezzi di comunicazione, sembra aver sortito l’effetto di far rallentare l’iter di approvazione definitiva del testo del Nuovo Codice Deontologico dei medici.
La scadenza entro la quale gli Ordini Provinciali dovranno trasmettere alla FNOMCeO le osservazioni inerenti la prima bozza del testo è stata prorogata al 31 ottobre del c.a.. A fine anno è in progetto un seminario fra i Presidenti degli Ordini Provinciali per esaminare e discutere quanto segnalato nel dettaglio dalle varie realtà ordinistiche. Seguirà la stesura di un nuovo testo, anche sulla base di quanto suggerito dalla Consulta Deontologica Nazionale, che verrà rinviato per una ulteriore valutazione non solo agli Ordini Provinciali ma anche “a tutti i soggetti pubblici e privati aventi interesse”.  Tali soggetti, che per ora non sono stati individuati, potranno esprimere le loro considerazioni e motivare le loro richieste di emendamenti. L’iter dovrebbe concludersi nel mese di aprile 2014 con l’approvazione del nuovo testo da parte del Consiglio Nazionale della FNOMCeO.
Un iter di discussione e di “concertazione” di stampo politico lungo, difficile, che metterà a dura prova il mondo professionale. Più che alla definizione di un Nuovo Codice Deontologico,  stiamo assistendo al tentativo di definizione di un regolamento d’indirizzo “omnicomprensivo”  della professione medica.

Qui non si vuole entrare nel dettaglio sui punti specifici, il dibattito è appena cominciato ed avrà modo di approfondirsi. Si fa unicamente presente il tentativo nel Nuovo Codice di neutralizzare il riferimento esplicito al Giuramento di Ippocrate, che invece è e deve mantenersi irrinunciabile come principio chiaro e semplice.
Quando manca la proposizione di un riferimento a principi e valori assoluti è molto difficile sfuggire ad una concezione di relativismo etico. Se alla base del rapporto fra soggetti viene posto il principio di autodeterminazione, che è uno degli esiti del relativismo etico, l’unico criterio applicabile diventa quello “contrattualistico” facendo fuori tutto lo spazio di libertà di un rapporto come quello medico-paziente, che è alla base del percorso clinico-terapeutico.

A questo proposito illuminanti ci sembrano le considerazioni di G. Cesana: “Non vi è possibilità di etica a prescindere dall’ontologia, ovvero dalla ricerca dei fattori costitutivi, non solo biologici, della vita umana … Il medico è un uomo messo in condizioni di soccorrere il bisogno di un altro uomo, con il quale è inevitabilmente chiamato a condividere, in modo più o meno esplicito, la ricerca del senso dell’esistenza. E’ l’affermazione positiva di tale senso il fattore costitutivo della relazione medico-paziente. “1.
Abbiamo bisogno di uno strumento sintetico con i principi e i fattori condivisi  irrinunciabili  della professione che possa alimentare la bellezza e la passione per il nostro lavoro. Altrimenti ci dovremo accontentare di un complesso manuale operativo, costrutto meccanicistico senz’anima, che non avrà bisogno della nostra libertà per essere applicato.

A cura di Raffaele Latocca  

1 G. Cesana – Il Ministero della Salute, Editoriale Fiorentino (2000) pag.48
Codice dei medici, Ippocrate rischia il posto – Avvenire 26/09, pag.16
www.medicinaepersona.org – “Parliamo di… – Bioetica” i commenti al nuovo Giuramento di Ippocrate
                                                                                                                                                                    La Redazione

(versione in pdf per stampa)

Fonte: Medicina e Persona.

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