Obama e l’Occidente giustificano il terrorismo islamico concependolo come una reazione alle ingiustizie

di Andrea Tedesco

Vorrei anzitutto ringraziare l’amica Silvana de Mari per la sua ultima illuminante riflessione. Oggi ci vuole molto coraggio, oltre che passione per la verità, per dire pubblicamente che “il re è nudo”. Ispirato dal suo ultimo articolo, vorrei permettermi di ampliare la definizione dei terroristi di Boston, allo scopo di sfruttare questa terribile tragedia per trarne una lezione di importanza vitale:

“I terroristi di Boston sono islamici e Ceceni”.

La connotazione sia religiosa sia etnica rivela infatti ulteriori aspetti della scomoda verità occultata dall’amministrazione Obama e dalla maggior parte dei leader politici e religiosi occidentali, con le lodevoli eccezioni degne di nota del presidente russo Putin e del premier canadese Stephen Harper. La pillola amara da deglutire è che l’islam ha riaperto le ostilità ed è impegnato in una guerra di conquista del mondo, e la sinistra mondiale è il cavallo di Troia che ha aperto le porte al nemico ed è connivente ed alleata con esso.

Secondo la teoria della Jihad reattiva propugnata dalla sinistra, con la collaborazione della maggior parte dei mass media, e ampiamente diffusa in Occidente, il terrorismo islamico non sarebbe un’aggressione, una guerra di religione contro gli infedeli, bensì una reazione del Terzo Mondo, dei poveri, degli oppressi, al colonialismo, all’imperialismo, allo sfruttamento occidentali. Questa rassicurante teoria è in linea con la visione “marxista” del mondo come diviso tra ricchi e potenti, cioè i “cattivi”, gli oppressori, i carnefici, e poveri e deboli, ovvero i “buoni”, gli oppressi, le vittime. Questa ipotesi ha permesso alla sinistra di liquidare il problema, fugando il dubbio inquietante di avere “lasciato uscire il malvagio genio islamico dalla lampada” nel tentativo di crearsi una base elettorale aprendo le porte all’immigrazione per sfruttare l’utero delle donne islamiche al fine di generare potenziali votanti. E’ un’ipotesi attraente, facile da sposare, perché fornisce un potenziale interruttore alla violenza: sarebbe sufficiente scusarsi, ritirarsi dai territori invasi, rimediare agli errori e soprusi del passato con aiuti economici o intervenendo militarmente a favore delle popolazioni oppresse per liberarle dal giogo di dittatori filo-occidentali, per porre fine alle violenze e guadagnarsi le simpatie degli islamici. Obama, che aveva criticato aspramente Bush per aver tentato di esportare la libertà e la democrazia in Medio Oriente con l’invasione dell’Iraq, ripetendo ed anzi enfatizzando l’errore dei suoi predecessori, ha agito in accordo con la teoria fin dal suo famoso discorso al Cairo nel 2009, in cui dichiarò di voler ricercare un nuovo inizio nei rapporti con il mondo islamico. Obama, con l’approvazione dei democratici e della sinistra mondiale,  ha provato a tessere le lodi dell’islam, da lui definito “religione di pace”, ed esaltato per il suo presunto contributo inestimabile all’edificazione degli USA, oltre che dell’umanità intera, si è scusato, ritirato, ha rimosso anche con la forza i dittatori arabi filo-occidentali, con i risultati devastanti che sono sotto gli occhi di tutti, tra cui l’attacco all’ambasciata americana a Benghazi e ora l’attentato a Boston. Questa ipotesi, se fosse corretta, avrebbe forse potuto spiegare l’attacco alla scuola di Beslan in Russia da parte di un commando di ceceni, ma fa acqua da tutte le parti quando cerchiamo di comprendere l’attacco agli americani di due ceceni vissuti negli USA. I Ceceni avrebbero potuto nutrire rancore nei confronti della Russia, ma non verso gli USA, che li hanno accolti e non hanno alcuna responsabilità delle sofferenze causate al popolo ceceno dai Russi. Ma Obama e la sinistra americana ancora una volta hanno dimostrato di preferire le proprie rassicuranti teorie alla realtà. Nella scia dell’attentato di Boston, Obama ha infatti annunciato alla radio:”Americans refuse to be terrorized. Ultimately, that’s what well remember from this week…”

(“Gli Americani rifiutano di lasciarsi terrorizzare. Alla fine, questo è ciò che ricorderemo di questa settimana…”).

Il New York Times in linea col messaggio del presidente ha intitolato un suo articolo sui due fratelli ceceni:”Far From War-Torn Homeland, Trying to Fit In”(“Sforzandosi di inserirsi, lontani dalla patria devastata dalla guerra”), riproponendo la solita teoria del terrorismo scaturito dalle sofferenze dell’oppressione e della guerra, ma senza tirare le logiche conclusioni dell’applicazione di questa teoria alle vittime dell’oppressione russa, ma beneficiari dell’accoglienza americana.

A conferma della volontà della sinistra di dimenticare la realtà quando in disaccordo con le proprie teorie, il presidente Obama e i democratici hanno applicato due pesi e due misure alla gestione dei due più recenti episodi di violenza inaudita. Quando un malato di mente massacra bambini in una scuola, allora gli americani devono vivere nel terrore e ricordarsi ogni giorno della possibilità concreta che il prossimo Adam Lanza stia per colpire, nonché della pericolosità delle armi da fuoco, da bandire quindi al più presto. Ma il prossimo Tamerlan Tsarnaev non deve costituire motivo di preoccupazione, così come l’immigrazione di massa da paesi come la Cecenia, che ha reso possibile e probabile massacri come quello di Boston, episodio da dimenticare il prima possibile.

La mente della sinistra progressista terzomondista pacifista sembra essere impervia alla realtà, anche quando la realtà ha il volto di Osama Bin Laden o dei due terroristi ceceni e risponde alla mano tesa, mozzandola senza pietà.

Alle parole con cui Obama inaugurò il suo discorso in Egitto e sperava di aprire un nuovo capitolo nel rapporto con l’islam:”I have come here to seek a new beginning”(“Sono venuto qui per ricercare un nuovo inizio”), il mondo islamico ha risposto intensificando l’aggressione contro gli USA, l’Occidente e i cristiani, e con l’ennesimo massacro di innocenti. Per un’interessante coincidenza, anche i musulmani sauditi che perpetrarono l’attacco dell’11 settembre 2001 e quelli ceceni responsabili della strage di Boston avrebbero potuto usare le medesime parole di Obama per descrivere le loro intenzioni di inaugurare un nuovo capitolo nei rapporti con l’occidente: “We have come here to seek a new beginning, the beginning of the last Jihad and the Third World War…”

(“Siamo venuti qui per ricercare un nuovo inizio, l’inizio dell’ultima Jihad e della III Guerra Mondiale…”).

Fonte: Obama e l’Occidente giustificano il terrorismo islamico concependolo come una reazione alle ingiustizie.

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