Obama mandate. Vescovo denuncia suore Avera | Tempi.it

marzo 25, 2013 Benedetta Frigerio

L’ente sanitario Avera ha accettato la legge che obbliga ad agire contro la propria coscienza. Il vescovo ha informato i fedeli, parlando di scandalo e di esempio da non seguire.

È oramai più di un anno che la Chiesa cattolica, insieme alla maggioranza di quelle cristiane e ad altre confessioni religiose (musulmani ed ebrei), sta combattendo contro il mandato di Obama che il 16 gennaio 2012 ha annunciato l’obbligo da parte di tutti gli enti religiosi di pagare assicurazioni ai propri dipendenti o alunni inclusive di contraccezione e aborto. Alla denuncia da parte della Conferenza episcopale di lesione della libertà religiosa su cui si fonda la Costituzione, si erano unite anche le voci dei cattolici democratici più vicini ad Obama, che inizialmente avevano accettato un compromesso presidenziale di facciata poi respinto.

FINTI COMPROMESSI. All’inizio del 2013 il presidente americano, viste le numerose denunce e cause aperte contro il governo, ha annunciato un secondo dietrofront che si è poi rivelato peggiore dell’emendamento iniziale, nascondendo con giri di parole la rimanente lesione della libertà religiosa e di coscienza della maggioranza dei datori di lavoro e degli enti profit. Di fronte alla norma, che entrerà in vigore in agosto, a meno che il governo non faccia dietrofront, le alternative sono tre: la chiusura di scuole, ospedali, attività caritative e enti commerciali a causa dal pagamento di multe ingenti; la disobbedienza civile; l’accettazione del compromesso.
Fino ad ora gli enti cattolici sono rimasti tutti uniti contro il governo, ma qualche fa giorno è stata resa nota la notizia della defezione di un ente sanitario, l’Avera, gestito da suore laiche (senza abito) benedettine e dell’ordine della Presentazione di Maria Santissima. La rete sanitaria Avera, con sede in South Dakota, gestisce in cinque Stati americani più di 300 fra ospedali, cliniche e case di cura.

«NON FIDARSI CIECAMENTE». Venuto a conoscenza della notizia il vescovo della diocesi di Sioux Falls, Paul Swain, ha scritto una lettera al clero per informarlo della gravità della scelta del presidente dell’Avera, John Porter, avvenuta senza alcuna consultazione con l’autorità ecclesiastica e con il consiglio di amministrazione. Tanto che due membri del consiglio hanno dato le dimissioni. «Questo sviluppo è preoccupante», ha scritto il vescovo, perché così «l’Avera coopererà materialmente alla soppressione della vita». Perciò, la decisione «crea uno scandalo pubblico. Come istituto cattolico, la sua pratica è ovviamente incompatibile con l’insegnamento della Chiesa». Purtroppo la scelta dei vertici non rappresenta la volontà di tutti i suoi operatori. A maggior ragione Swain si è detto «profondamente rattristato», visto il «grande dono di amorevole servizio a chi è nel bisogno», reso possibile dai «sacrifici eroici» di molti soggetti coinvolti con l’ente. Il vescovo ha poi chiesto ai suoi sacerdoti di informare i cittadini mettendoli in guardia dal firmare assicurazioni inclusive di aborto e contraccezione, sottolineando il concludersi della «possibilità di fidarci ciecamente del fatto che tutte le sue attività siano coerenti con l’insegnamento della Chiesa».

«PREGARE PER PERSEVERARE». Il vescovo ha chiesto all’Avera di rimanere in contatto con lui per un ulteriore dialogo, chiarendo però che «purtroppo d’ora in poi dovremo verificare se un sistema sanitario cattolico sarà in grado di bilanciare gli obblighi normativi e finanziari, che deve affrontare per restare un’attività redditizia, con la sua missione importante e unica del ministero di cura conforme a quello di Gesù».
Infine, il vescovo ha chiesto di «continuare a pregare affinché la nostra libertà religiosa e la libertà di coscienza siano protette e affinché coloro che svolgono il ministero della sanità cattolica possano essere incoraggiati a non cedere di fronte alle presenti avversità finanziarie e legislative».

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