di Daniel Pipes
Liberal
9 marzo 2013
Pezzo in lingua originale inglese: Islamist Assassinations in the West
Il terrorismo assume essenzialmente due forme: si macchia di attentati contro persone che casualmente si trovano in un mercato o a bordo di un autobus nel momento sbagliato; oppure di uccisioni mirate contro determinati individui. A sua volta, questa seconda forma può includere fatti di sangue contro ampie categorie di persone (ad esempio, i militari, gli ebrei, gli individui che portano gli occhiali) e contro specifici bersagli pubblici, siano essi persone fisiche o istituzioni. Di fatto, questi ultimi sono assassinii (termine che secondo la definizione del dizionario Merriam-Webster deriva dal verbo assassinare ossia “uccidere (una persona in genere famosa) con un’aggressione improvvisa oppure pianificata e segreta, spesso per motivi politici”). Per quanto raccapriccianti possano essere le prime due forme, gli assassinii sono i più terrificanti ed efficaci. Se chiunque può essere vittima accidentale di attentati in luoghi pubblici o di omicidi mirati e se è vero che queste uccisioni hanno l’effetto di creare una paura diffusa ma vaga, gli assassinii, invece, si concentrano su determinati bersagli e inviano un segnale specifico che è quello di non seguirne le orme. In generale, quindi, gli assassinii infondono una maggiore paura, intimidiscono a dir molto e hanno le maggiori conseguenze.
Tra i personaggi che in Occidente sono stati vittime della violenza islamista ricordiamo:
- 1980. Il dissidente iraniano Ali Akbar Tabataba’i, negli Stati Uniti.*
- 1980. Il dissidente libico Faisal Zagallai, negli Stati Uniti.
- 1990. L’innovatore religioso egiziano Rashad Khalifa, negli Stati Uniti.*
- 1990. Il politico israeliano di origini americane Meir Kahane, negli Stati Uniti.*
- 1991. Il traduttore giapponese del volume Versi satanici, Hitoshi Igarashi.*
- 1991. Il traduttore italiano dei Versi satanici, Ettore Capriolo.
- 1993. L’editore norvegese dei Versi satanici, William Nygaard.
- 2004. Il regista olandese Theo van Gogh.*
- 2010. Il vignettista danese Kurt Westergaard.
- 2010. L’artista svedese Lars Vilks.
- 2010. Il quotidiano danese Jyllands-Posten.
- 2012. La rivista satirica francese Charlie Hebdo.
- 2013. Lo storico e analista politico danese Lars Hedegaard.
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