Opporsi alle nozze gay non significa essere omofobi | UCCR

Nel dicembre scorso il matematico Giorgio Israel, docente presso l’università La Sapienza di Roma, dove è anche direttore del Centro di ricerca in metodologia della scienza, ha riflettuto sull’imminente introduzione del matrimonio omosessuale in Francia, ricordando la domanda dello scrittore Alexandre Thomas: «È possibile opporsi al matrimonio omosessuale senza essere omofobi?». La sua risposta è stata: sì, è possibile.

Ed infatti, ha proseguito Israel, il progetto di legge ha sollevato reazioni negative anche in ambienti progressisti, oltre a tutte le comunità religiose. Particolarmente interessante il documento che il gran rabbino di Francia, Gilles Bernheim, ha indirizzato al presidente Hollande e al primo ministro Ayrault. Bernheim, nel quale vengono contestate le motivazioni “progressiste” addotte per sostenere il progetto, ovvero compiere un passo importante nella lotta democratica contro le ingiustizie e le discriminazioni, in coerenza con la lotta contro il razzismo, estendere il principio di uguaglianza e la difesa dei più deboli. Ma questi, ha replicato il rabbino francese, «sono argomenti che si smontano e non possono da soli giustificare una legge», sono «argomenti che si conformano al dominio dei benpensanti per paura degli anatemi» e quindi «non c’è né coraggio né gloria a votare questa legge».

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