Ospedali psichiatrici giudiziari restano ed il Governo Monti si lava le mani !

Le “Disposizioni per il definitivo superamento degli OPG”, oggi 22 marzo 2013 sono state violate dal Governo in carica,  spostando la “chiusura” il 1 aprile 2014 in attesa che le Regioni e le ASL realizzano le strutture sanitarie e detentive.
La normativa citata intendeva colpire l’inadeguatezza delle strutture e la disumanità cui i degenti ed il personale di custodia sono costretti.
E così nel modo più pilatesco possibile si decide il rinvio di chiusura, la quale già doveva avvenire con la legge 180 e 833 del 1978 quando una “rivoluzione idealistica” decise che la malattia mentale era frutto della società e per rendere vana la malattia bastava rimettere in libertà il malcapitato.
Alcun i personaggi politici avevano rivolto il loro sguardo alla “ri-scoperta” degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, altri alla “dura vita” nelle carceri italiane : nulla da eccepire, siamo in un Paese libero e nelle libere scelte di espressione del n/s pensiero o del n/s modus vivendi.
Gli ospedali psichiatrici Giudiziari ( OPG ) in numero di 6, sono strutture che dopo la riforma del 1975 hanno sostituito i “manicomi criminali”, tutt’ora dipendenti dall’Amministrazione Penitenziaria e fino al giugno 2010 contenevano circa 1500 detenuti.
Alcuni detenuti sono riusciti a passare dall’internamento in OPG all’inserimento in luoghi di cura, grazie alla Sentenza della Corte Costituzionale n.253 del 2003 in cui viene dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 222 del Codice Penale, nella parte in cui non consente al Giudice di adottare in luogo di ricovero in OPG una diversa misura di sicurezza prevista dalla legge, idonea ad assicurare adeguate cure dell’infermo di mente e a far fronte ai rischi derivanti dalla sua pericolosità.
Comunque si ha un quadro disarmante di persone ospitate in strutture carcerarie, ma ancor più desolante in quelle definibili manicomiali.
Ma per essere più vicini al problema psichico, il 28 luglio 2011 gli OPG venivano posti agli onori della cronaca in quanto il Servizio Sanitario Nazionale ha disposto un accertamento della loro “vitalità” compiuto dalla “Commissione Parlamentare per il SSN “.
La “Commissione Parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale”, ( formalizzata anche ai sensi dell’art.82 della Costituzione che in campo sanitario ha lo stesso potere dell’Amministrazione Giudiziaria ) presieduta dal Senatore Ignazio Marino, è stata costituita dal Senato della Repubblica nel 2010 per conoscere la situazione in cui “dimorano” gli “internati” sottoposti alla detenzione, ivi compreso i detenuti ai quali devono essere ancora accertate le infermità psichiche.
Sono questioni assai complesse e delicate che avvolgono la qualità giuridica, etica o squisitamente politica non risolvibili da una “Commissione Parlamentare d’Inchiesta”, ma solo di competenza delle Camere Legislative.
Dall’ “Indagine Parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale” condotta sui sei ospedali giudiziari localizzati in diverse parti d’Italia emerge un quadro tanto inquietante quanto quello e tale, da recepire il degrado vergognoso di queste realtà e che vengono “ ri-scoperte” dopo ben 35 anni della loro sopravvivenza, in quanto la legislazione sulla tematica mentale non ha distinto il malato mentale responsabile di atti criminosi da quelli relativamente innocui, come stabilito da Codice Rocco ( ricovero in manicomio criminale).
“Gli ospedali psichiatrici giudiziari, pur ospitando e seguendo psicologicamente gli internati, sono malgrado tutto dei centri penitenziari, gestiti dall’amministrazione giudiziaria.
“E’ pertanto inconcepibile e inaccettabile, a mio avviso, che delle persone siano costrette a restare in una struttura carceraria perché mancano posti all’esterno, ( punto 117 del Rapporto dr.Alvaro Gil-Robles “Commissario Europeo per i Diritti Umani” sulla sua visita in Italia 10/17 giugno 2005, CommDH (2005) 9 Strasburgo 14 dicembre 2005.
Ogni medaglia ha il suo rovescio e su ogni brillante insuccesso si stende l’ombra di una disillusione : o lasciare che ogni cosa precipiti per il suo verso ( Fata trahunt dicevano i latini ) e che il male si aggravi, oppure intervenire con opportune provvidenze.

Qid est veritas ? Qual’è la verità ? Est vir qui adest ! E’ l’uomo che vi sta innanzi !

Se coloro che gestiscono la res pubblica non sanno rispondere, non ripetano il comportamento del Proconsole Romano che trascurò di attendere le parole che sono state sulle divine labbra di Gesù.
Il disinteresse è un insulto alla legalità, alla logica, all’etica civile, in quanto occorre ridare ai valori etici e sociali il loro primario significato.
Occorre ridare ai singoli dignità, umanità, libertà, esigenze fondamentali della civiltà che una “Commissione Parlamentare” od un”Governo fantasma” per i quanti poteri possano avere, non hanno saputo o voluto assumere le loro responsabilità .

Previte

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