Padova, Università fondata sui diritti sessuali

di Elisabetta Frezza e Patrizia Fermani*05-03-2013

Caro Direttore,

nell’Aula Magna del glorioso ateneo patavino, il primo marzo scorso, è stato solennemente inaugurato il settecentonovantunesimo anno accademico. Alla relazione del magnifico rettore Giuseppe Zaccaria sono seguite, come previsto, quelle del direttore amministrativo e del rappresentante degli studenti, signorina Chiara de Notaris, che ha fieramente ripreso il tradizionale motto accademico “Universa Universis Patavina Libertas”. Com’è noto, all’ombra di questa bandiera si consumò, l’otto febbraio del 1848, l’eroica resistenza degli studenti soffocata nel sangue dall’oppressore straniero.

Erede di questo spirito indomito, la nostra rappresentante, nonché membro del Senato Accademico, ha formulato forti proposte, di profondo contenuto morale e culturale. Anzitutto ha rivendicato una parità di diritti e di trattamento nei confronti delle donne (che notoriamente, all’interno dell’università di Padova, sia come studentesse sia come dipendenti, soffrono pesanti discriminazioni e gravi soprusi, nell’indifferenza del corpo accademico). Ma ha formulato poi un’istanza ancora più significativa: sull’esempio avanguardista dell’università di Torino, è improrogabile ammettere anche a Padova il rilascio di un doppio libretto universitario per tutti coloro che, in corso di anno accademico, avvertano l’urgenza di passare ad altro sesso (del tipo: mi immatricolo Salvatore, ma devo laurearmi Serenella).

Consapevoli dell’oggettiva rilevanza del problema e della profondità del pensiero su cui si fonda, le autorità e il pubblico presenti hanno calorosamente applaudito; il che fa ben sperare per un pieno e rapido accoglimento della “modesta proposta”. Ora, è chiaro che se questa avesse come obiettivo la soluzione di un problema marginale quale quello dell’adeguamento burocratico a una condizione limite socialmente irrilevante – problema certamente risolubile attraverso un provvedimento rettoriale ad hoc (applicativo della legge che disciplina gli adeguamenti anagrafici in caso di transessualità) – la sua proposizione in un contesto tanto solenne avrebbe esaurito ogni interesse, anche da parte nostra, nella propria evidente e un po’ ridicola sproporzione. Ma, al contrario, non si può sottovalutare il fatto che le lobbies omosessualiste e i movimenti che promuovono l’indifferentismo sessuale abbiano assunto a proprio cavallo di battaglia quella teoria del “gender” che esprime l’esaltazione dell’arbitrio individuale a dispetto di ogni limite naturale e di ogni ragionevolezza, nella possibilità di modificare ad nutum la propria identità sessuale secondo il contingente sentimento di sé. Attraverso l’apparente irrilevanza della storia del doppio libretto, cioè, è presumibile che passi ben altra realtà, quella della immissione a marce forzate e della imposizione dall’alto di una ideologia destinata a scardinare la società dalle sue basi antropologiche.

Cliccare sul link per continuare a leggere: La nuova bussola quotidiana quotidiano cattolico di opinione online – Padova, Università fondata sui diritti sessuali.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Europa. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.