«Padre Paolo in grave pericolo» | Mondo | www.avvenire.it

​«Sappiamo con certezza solo che padre Paolo è in grave pericolo». Lo dicono all’agenzia Fides i giovani del Free Youth Committee di Raqqa legati all’opposizione siriana, che in una situazione molto tesa continuano le ricerche di padre Paolo Dall’Oglio, scomparso circa un mese fa.  L’ultima volta in cui Dall’Oglio è stato visto ufficialmente è stato a un banchetto con lo sceicco della tribù Avadilat, Mouhammad Faycal Al Houeidi.

A Mar Musa, preghiera per “Abuna” Paolo
Al monastero di Deir Mar Musa, ovvero il monastero di San Mosè l’Etiope in Siria, domani alla vigilia della festa liturgia di San Mosè (che cade il 28 agosto) si prega e si digiuna per la liberazione di padre Paolo Dall’Oglio, sequestrato circa un mese fa nell’area di Raqqa, e per la pace in Siria. Lo riferisce all’Agenzia Fides padre Jaques Mourad, responsabile della storica comunità monastica di rito cattolico siriano, rifondata nel 1982 dal gesuita Paolo Dall’Oglio, e che attualmente ospita dieci monaci.

«Il 27 agosto, vigilia della festività di San Mosè l’Etiope, festa annuale per nostra comunità e il nostro monastero, noi monaci vivremo una speciale giornata di digiuno, meditazione e preghiera – spiega padre Mourad – a cui parteciperanno fedeli cristiani e musulmani. Offriremo la nostra preghiera in particolare chiedendo a Dio la protezione e la liberazione del nostro confratello padre Paolo. Non sappiamo chi l’abbia rapito e non abbiamo notizie di lui. Viviamo con tristezza e trepidazione queste ore, siamo preoccupati ma restiamo nella speranza. Chiediamo a tutti i fedeli sparsi nel mondo di unirsi al nostro digiuno e alla nostra preghiera e lanciamo un accorato appello per il suo rilascio».

Padre Mourad, cattolico siriano originario di Aleppo, aggiunge: «Vogliamo anche impetrare da Dio il dono della pace per la Siria, martoriata dalla guerra. Deploriamo ogni forma di violenza, che non è mai la soluzione. Speriamo si possa avviare un dialogo e una nuova era di riconciliazione per il popolo siriano».

In questi due anni di guerra, la comunità di Deir Mar Musa, monastero a 80 chilometri a nord di Damasco, «è rimasta fedele al suo carisma di preghiera, lavoro, dialogo, accoglienza dell’altro, di pace e di riconciliazione», continua padre Mourad. La comunità è presente in altri due monasteri: uno in Siria, il monastero di Sant’Elia a Qaryatain (fra Homs a Palmira); uno nel Kurdistan iracheno, il monastero della Vergine Maria a Sulaymaniyah.

Fonte: «Padre Paolo in grave pericolo» | Mondo | www.avvenire.it.

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