Pakistan – Cristiani sequestrati a Karachi: libero un ostaggio

Karachi (Agenzia Fides) – Un cristiano pakistano, Symond Andre, rapito oltre un mese fa a Karachi, è stato ritrovato nei giorni scorsi ed è libero. L’uomo era stato sequestrato, alla fine di febbraio, con un collega durante un blitz compiuto da un gruppo di estremisti in un ospedale cristiano gestito a Karachi da una Ong coreana (vedi Fides 29/2/2012). Secondo fonti dell’Agenzia Fides in Pakistan, Andre è riuscito a fuggire mentre, insieme all’altro ostaggio, veniva trasportato dalla capitale del Sindh in un’altra località. La polizia locale spera che, grazie alle informazioni che sarà possibile ottenere, si possa presto liberare anche il secondo ostaggio.

Una fonte di Fides nell’esercito spiega che “il fine principale di tali sequestri è l’estorsione di denaro: i rapimenti costituiscono una modalità con cui i gruppi estremisti e terroristi si finanziano”. Vittime dei sequestri sono, prima di tutto, gli stranieri, gli uomini d’affari, i rappresentanti di Ong e gruppi religiosi, di America, Europa, Australia, perché i terroristi presumono che i governi occidentali possano pagare alti riscatti. In secondo luogo, come accaduto a Karachi, sono i cristiani pakistani ad essere nel mirino, dato che i rapitori contano sull’impegno delle chiese cristiane per liberarli.

Fra le vittime dei sequestri vi sono spesso operatori umanitari ed esponenti di Ong come Giovanni Lo Porto (Italia) e Bernd Johannes (Germania) rapiti nel gennaio scorso a Multan. I due, che operavano per l’Ong tedesca “Welthungerhilfe”, sono attualmente nelle mani dei gruppi talebani del Pakistan. Secondo fonti di Fides nel governo pakistano, circa un mese fa “il loro rilascio sembrava imminente”, ma poi il caso non ha avuto la svolta sperata. Il governo del Pakistan ha ribadito più volte il suo impegno per combattere la piaga dei sequestri di persona, ma attualmente restano nelle mani di gruppi armati diversi operatori umanitari come un kenyano rapito in Sindh e un inglese della Croce Rossa sequestrato a Quetta. I talebani, spiega la fonte di Fides, “temono l’influenza che le Ong possono avere sulla popolazione. Per mantenere intatto il loro potere, soprattutto sulle masse più povere ed emarginate, tendono a scoraggiare e intimidire le Ong”. (PA) (Agenzia Fides 12/4/2012)

Fonte: Agenzia Fides.

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