Pakistan. Cristiano blasfemo difeso dai musulmani | Tempi.it

aprile 18, 2013 Leone Grotti

Philips Masih aveva staccato un cartellone islamico dal muro di casa sua. Ha rischiato il linciaggio per accuse false: ora è stato prosciolto.

???????????????????????????????Non può ancora tornare a casa sua per sicurezza ma è stato prosciolto da ogni accusa. Si è conclusa così la vicenda di un cristiano di 19 anni, Philips Masih, accusato di blasfemia da un gruppo di musulmani per aver staccato dal muro di casa sua un cartellone islamico. In realtà, si è scoperto che gli accusatori erano arrabbiati con lui per motivi economici.

LA VICENDA. Come riporta AsiaNews, lo scorso 13 aprile a Faisalabad (Punjab) Philips Masih, commerciante in materiale elettrico, è stato denunciato dal vicino musulmano Muhammad Jameel per la rimozione di un manifesto dal muro di casa sua che pubblicizzava una conferenza di esperti islamici. Jameel, dopo averlo visto, gli ha intimato di smettere chiamando a raccolta un gruppo di musulmani armati e pronti a picchiarlo. Per una volta, la polizia è riuscita a intervenire in tempo calmando gli animi e portando Philips e la sua famiglia in un luogo nascosto, dove si trovano tuttora protetti dagli agenti, temendo vendette e ritorsioni da parte dei musulmani.

ACCUSA DI BLASFEMIA. Jameel è comunque andato dalla polizia per denunciare il cristiano in base alla legge 295 B del Codice penale pakistano, la legge sulla blasfemia che prevede pene fino all’ergastolo e alla condanna a morte. La denuncia, però, è decaduta grazie alla testimonianza in favore del cristiano di alcuni abitanti e di leader religiosi islamici.

IL NODO ECONOMICO. L’inchiesta infatti ha appurato la reale motivazione che ha spinto Jameel a denunciare Philips. Scrive AsiaNews: «Sono emersi precedenti dissapori fra Philips Masih e Muhammad Jameel. Il giovane cristiano aveva preso in affitto un locale di proprietà del vicino musulmano, per la propria attività di commerciante. Nelle scorse settimane il padrone ha imposto la chiusura del negozio, perché in arretrato nei pagamenti. Una volta che il giovane cristiano ha saldato il debito ha, al contempo, rescisso il contratto di locazione per le perdite subite durante il fermo. Una decisione che ha infastidito Jameel e che ha scatenato un violento alterco fra i due».

ABUSO DELLA LEGGE NERA. La legge sulla blasfemia viene spesso usata per vendicarsi di un avversario o per risolvere controversie personali. A causa della “legge nera”, la cattolica Asia Bibi, madre di cinque figli, è in carcere da oltre 1400 giorni, condannata a morte in primo grado perché cristiana e in attesa del processo di appello. Negli ultimi mesi, in Pakistan ci sono stati però segnali positivi: dopo la storica assoluzione della prima cristiana, Rimsha Masih, prosciolta dalle accuse di blasfemia, lo scorso gennaio è stato assolto perché il fatto non sussiste anche Barkat Masih, condannato a morte l’1 ottobre 2011, dopo aver trascorso 18 mesi in carcere. Positivo anche il caso di Karma Patras, pastore cristiano protestante di 55 anni del Punjab, rilasciato su cauzione in Pakistan dopo che l’uomo che lo ha accusato di blasfemia ha ammesso di «essersi sbagliato».

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