PAKISTAN/ Il ministro Bhatti: i musulmani educano alla violenza anche i bambini

sabato 22 settembre 2012
La giornata dell’amore per Maometto ha lasciato sul campo 19 morti e ottanta feriti, tra cui anche alcuni soldati. E’ il bilancio degli scontri in Pakistan, in seguito alle proteste per il film “Innocence of Muslims” e le vignette offensive nei confronti della religione. Gli scontri più drammatici sono avvenuti a Karachi, nel sud del Paese, e a Peshawar, nel nord-ovest. Ilsussidiario.net ha intervistato Paul Jacob Bhatti, ministro pakistano per le Minoranze religiose come il fratello Shahbaz, ucciso dagli integralisti nel 2011.
Da dove nasce l’odio antiamericano dei manifestanti pakistani?
Il Pakistan sta attraversando un periodo difficile. Un certo odio anti-occidentale e anti-americano è sempre esistito, ma non è mai stato così forte. Quella cui abbiamo assistito ieri è una reazione sproporzionata, che è giunta a uccidere e ferire degli stessi soldati pakistani. Si tratta di persone cresciute in un determinato ambiente, con un determinato insegnamento, che sulla vita non hanno imparato nulla tranne l’odio e la volontà di uccidere. Quanto è avvenuto è altrimenti inspiegabile: si può provare odio verso gli Stati Uniti, ma trovo assurdo arrivare a massacrare dei soldati pakistani, che erano lì soltanto per garantire l’ordine e fare il loro lavoro.
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