Pakistan – La società civile al governo: “il fanatismo religioso divora le basi della convivenza”

Islamabad (Agenzia Fides) – “No all’uso politico della religione, all’abuso della legge sulla blasfemia, al fanatismo religioso”, divenuto “un mostro che divora le basi della civile e pacifica convivenza”: è quanto afferma un appello lanciato al governo pakistano dalla rete “Cittadini per la Democrazia”, che riunisce numerose organizzazioni professionali, partiti politici, sindacati, associazioni delle minoranze religiose e gruppi cristiani.

La rete alza la voce in un momento in cui nel paese “si demoliscono luoghi di culto, avvengono uccisioni e rapimenti in nome della religione, si assiste a conversioni forzate e ad altre attività frutto dell’odio religioso”. Nell’appello, inviato all’Agenzia Fides, si ricorda che “il padre della nazione, Muhammad Ali Jinnah, nel suo discorso all’Assemblea Costituente, l’11 agosto 1947, precisò: siete liberi di andare ai vostri templi, alle vostre moschee o ad ogni altro luogo di culto”.

La società civile invita il governo “a fermare l’uccisione delle comunità religiose del Pakistan, in particolare gli omicidi verso la comunità sunnita (della scuola di pensiero barelvi), verso quella sciita e verso le comunità degli ahmadi, che si trovano ad affrontare un genocidio semplicemente perché seguono le proprie convinzioni e pratiche religiose”.

La rete ricorda i recenti attacchi verso processioni religiose, invocando un’azione immediata e urgente del governo: “Ci auguriamo che il governo e tutti i partiti politici si sveglino di fronte ai mali dell’intolleranza e del fanatismo, che si stanno rapidamente trasformando in un mostro, e agiscano prima che esso divori i fondamenti stessi della nostra società”, afferma il testo.

Fra le misure concrete per contrastare il fanatismo religioso, la rete chiede al governo: di istituire un codice etico a cui devono attenersi tutti i partiti politici o religiosi; di assicurare che le organizzazioni terroriste non siano in grado di operare sul territorio; di agire immediatamente contro la violenza perpetrata in nome della religione; di istituire un programma di protezione dei testimoni, per portare davanti alla giustizia quanti violano i diritti umani fondamentali; di fare ogni sforzo perché i cittadini non siano perseguitati solo a causa delle proprie convinzioni religiose. (PA) (Agenzia Fides 17/3/2012)

Fonte: Agenzia Fides.
Chiesa – Mai più cristianofobia

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