PAKISTAN L’avvocato di Asia Bibi fugge dal Pakistan, per timore di perdere la vita

03/11/2018 – Pur avendo ricevuto minacce di morte, non gli è stata accordata nessuna sicurezza. Il governo è sceso a patti con i radicali islamici, permettendo loro di sfidare e rivedere la sentenza di liberazione per Asia Bibi.  Le parole di Imran Khan, in difesa della sentenza, gettate “nell’immondezzaio della storia”.

Islamabad (AsiaNews) – L’avocato che ha difeso Asia Bibi e l’ha salvata dall’impiccagione per blasfemia, ha lasciato stamane il suo Paese, temendo per la sua stessa vita, dopo le minacce di morte da parte dei radicali islamici.

Saif-ul-Muluk, 60 anni, è riuscito a far radunare la Corte suprema per decretare l’assoluzione dal reato di blasfemia della donna, che ha passato più di otto anni in prigione. Ma dal giorno della pubblicazione della sentenza, gruppi legati al Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP), un partito islamista, hanno paralizzato molte città del Paese con manifestazioni, blocchi delle strade e minacce.

Per mettere fine ai disordini il governo è sceso a patti ieri sera con il gruppo, vietando ad Asia Bibi di lasciare il Paese, accettando una revisione della sentenza, liberando tutti i dimostranti che erano stati arrestati nei giorni precedenti.

All’Afp, Saif-ul-Muluk ha dichiarato che “nello scenario attuale non è possibile vivere in Pakistan. Ho bisogno di restare in vita per proseguire la battaglia giudiziaria per Asia Bibi”. Pur avendo ricevuto minacce di morte, all’avvocato non è stata accordata alcuna protezione.

L’avvocato ha spiegato che tutti si attendevano la reazione violenta dei radicali, ma “quello che non mi aspettavo – ha aggiunto – è la risposta del governo. Non sono capaci nemmeno di far applicare una sentenza dalla Corte più alta del Paese”.

Secondo Muluk, dopo l’accordo raggiunto fra governo e manifestanti, la vita di Asia Bibi non cambierà molto: sebbene essa sia stata liberata dalla prigione, non potendo andare all’estero dovrà vivere o sotto custodia permanente o in una prigione di sicurezza.

Due giorni fa, il premier Imran Khan aveva dato l’impressione di prendere di petto i radicali islamici accusandoli di offendere l’islam. Oggi, molti giornali lo criticano. Il Dawn, in un editoriale,

afferma: “Un altro governo ha capitolato di fronte agli estremisti religiosi violenti che non credono né alla democrazia, né alla costituzione”. Il discorso fermo pronunciato da Imran Khan giorni fa sembra “sia già condannato all’immondezzaio della storia”.

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