Pakistan, polizia: «Non ci sono prove contro Rimsha Masih» | Tempi.it

La polizia pakistana ha consegnato al tribunale giovanile le indagini svolte su Rimsha, cristiana di 14 anni accusata falsamente di essere blasfema: «Non ci sono prove contro di lei».

La polizia pakistana ha terminato le indagini sul caso di Rimsha Masih, cristiana di 14 anni con un leggero ritardo mentale accusata di blasfemia per aver bruciato delle pagine del Corano e attualmente libera su cauzione. «Non ci sono prove contro di lei» ha dichiarato l’ufficiale Munir Jafri alla Cnn. Queste dichiarazioni lasciano ben sperare per la conclusione del processo, che ieri è stato trasferito al tribunale giovanile, secondo quanto dichiarato dall’avvocato di Rimsha Tahir Naveed Choudry.

RIMSHA È INNOCENTE. Se non ci sono prove contro Rimsha, ce ne sono molte invece contro Chishti, l’imam che è stato accusato di aver falsificato le prove contro la ragazza e arrestato qualche settimana fa. Il tribunale, che ha acquisito le indagini svolte dalla polizia, dovrebbe perciò dichiarare l’innocenza di Rimsha. Sarebbe la prima volta da quando negli anni 80 è stata promulgata la legge sulla blasfemia in Pakistan, che un accusato viene rilasciato e proclamato innocente, mentre l’accusatore viene incriminato per falsificazione delle prove. Nonostante la maggior parte delle accuse di blasfemia si rivelino fasulle, gli accusati vengono condannati ugualmente dai tribunali, sotto pressione di gruppi di estremisti islamici, oppure vengono uccisi da fanatici prima della fine del processo.

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