Pakistan, strage dei kamikaze in chiesa – Vatican Insider

Il doppio attacco a Peshawar durante la messa. Almeno 60 morti e oltre 120 feriti

Sale a 60 morti ed oltre 120 feriti il bilancio delle vittime del doppio attacco compiuto da kamikaze in una chiesa di Peshawar durante la messa della domenica . Lo riferisce il portavoce dell’ospedale Lady Reading di Peshawar.  Un bilancio, come avviene in questi casi, drammaticamente provvisorio.

Il gruppo estremista Jundullah, legato ai talebani in Pakistan, ha rivendicato la responsabilità dell’attacco contro la chiesa cristiana a Peshawar, in cui sono morte 60 persone e 120 sono state ferite. Ahmad Marwat, che si è identificato come portavoce del gruppo, ha annunciato che gli attacchi contro i non musulmani continueranno sino a quando gli Stati Uniti smetteranno di attaccare con droni nelle regioni tribali del Paese. L’ultimo attacco è di poche ore fa nel Waziristan del nord, dove sarebbero stati uccisi sei militanti. “Tutti i non musulmani in Pakistan sono nostro obiettivo e lo resteranno sino a quando l’America non smetterà gli attacchi con droni nel nostro Paese”, ha dichiarato Marwart al telefono con Associated Press. In precedenza il gruppo Jundullah ha rivendicato la responsabilità di attacchi ai musulmani sciiti nella provincia del Balucistan.

Il capo della polizia di Peshawar ha dichiarato che «nell’attacco in chiesa sono stati usati dai 6 agli 8 chili di esplosivo». Al momento stavano partecipando alla messa della domenica un centinaio di persone. I due uomini-bomba hanno atteso che i fedeli uscissero dalla messa, scelta accuratamente perché una delle più affollate, e poi si sono fatti esplodere sulla piazza tra la folla.

«La maggioranza dei feriti versano in gravi condizioni», ha dichiarato una fonte ospedaliera.

 

Il premier pakistano Nawaz Sharif ha condannato l’attentato. In una nota inviata ai giornalisti si legge: “I terroristi non hanno religione, prendere di mira persone innocenti è contrario agli insegnamenti dell’islam e di tutte le religioni”. Inoltre, Sharif afferma che “simili atti crudeli di terrorismo riflettono la brutalità e la mentalità disumana dei terroristi”.

Una dura condanna dell’attentato arriva anche dal presidente dell’Alleanza pan-pachistana delle minoranze (Apma) Paul Bhatti che ha parlato di  un «tentativo di «destabilizzare il Paese». L’attentato di oggi è il più grave contro i cristiani pachistani.

L’ex ministro per gli affari delle Minoranze, ha puntato il dito contro «forze straniere» che sarebbero dietro la strage e ha accusato il governo di «non garantire abbastanza protezione alle minoranze religiose». «Due kamikaze sono riusciti a entrare nella zona «rossa» ad alta sicurezza – ha aggiunto – senza che nessuno li fermasse». Il politico, che ha studiato medicina in Italia, è il fratello di Shahbaz Bhatti, l’ex ministro cattolico assassinato nel 2011 per aver criticato la legge contro la blasfemia e la condanna a morte della cristiana Asia Bibi. L’Apma ha deciso di osservare sette giorni di lutto per solidarietà con le famiglie delle oltre 60 vittime.

Fonte: Pakistan, strage dei kamikaze in chiesa – Vatican Insider.

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