Papa Francesco parla del diavolo

Il decano degli esorcisti padre Amorth racconta la minaccia-demonio

Giacomo Galeazzi

Nei suoi primissimi interventi pubblici papa Francesco già ha parlato due volte del diavolo. In libreria esce ora un testo destinato a far discutere, dedicato proprio alla questione-demonio. Padre Gabriele Amorth torna con racconti inediti: i suoi esorcismi più duri, più lunghi, più difficili raccontati in “Il segno dell’esorcista”, il libro edito da Piemme scritto con Paolo Rodari. Amorth, decano della Chiesa cattolica non accetta di essere l’ultimo dei liberatori: convinto dell’avvicinarsi dell’“ora di Satana”, rivela i suoi ultimi scontri contro le legioni infernali determinato a consegnare la propria eredità di pratiche, riti e preghiere per sconfiggere il Demonio.
La Chiesa tace sulle realtà luciferine presenti nel mondo secolare ed ecclesiale, ecco perché padre Amorth decide di alzare ogni velo al fine di trasmettere a fedeli, sacerdoti e semplici curiosi il proprio bagaglio di esperienza, il suo lascito ai giovani esorcisti che saranno presto chiamati ad affrontare fenomeni di possessione sempre più cruenti e le funeste congiunture del Maligno.  Un tema, quello del diavolo, sempre attuale. Papa Francesco ne ha parlato due volte in questi giorni chiedendo di «non cedere al pessimismo che il diavolo ci offre ogni giorno di più».
I diavolo, il principe del male, che secondo Paolo VI era entrato anche nelle fessure del Vaticano. Amorth nel suo ultimo libro racconta la storia di Angelo Battisti, assistente di Padre Pio da Pietrelcina, ed ex officiale della segreteria di Stato. Quando nel 1981 andò in pensione rimase posseduto. E iniziò anni di calvario con Amorth e il suo maestro esorcista padre Candido Amantini che cercarono di liberarlo. Le difficoltà era molteplici, su tutte il fatto che Angelo ogni volta che incontrava i due esorcisti non mostrava alcun segno di stare male.
Quando i due se e andavano, si chiudeva in se stesso, inveendo ferocemente con chiunque incontrasse.  Padre Candido Amantini conosce Angelo da anni. Saputo del suo cambiamento, gli fa visita più volte. Ma Angelo non si apre, non si confida. Anzi, finché c’è padre Candido in casa si comporta normalmente. Appena l’esorcista esce, torna nel suo buio. Una mattina padre Candido si presenta in casa in senza preavviso. Tutto è in disordine. Angelo, in uno dei suoi raptus d’ira sempre più frequenti, ha sfasciato mobili, suppellettili. La stanza da letto è quella meno danneggiata. Ma qui lo spettacolo terrificante è Angelo. Sdraiato sul letto, stringe la statua di san Michele arcangelo.

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