Papà porta la gonna, rieducazione al gender nella école laïque – [ Il Foglio.it › La giornata ]

La Francia da sempre ama inculcare i propri valori. Uno dei preferiti è l’égalité. E’ stata approvata martedì dall’Assemblea nazionale la nuova legge di uguaglianza fra l’uomo e la donna. Un progetto ideologico votato all’unanimità, con soltanto 24 voti contrari e 359 a favore (socialisti e Ump assieme).

 

C’è la la riforma del congedo parentale. Fino a oggi, la madre o il padre avevano diritto a sei mesi di congedo alla nascita del primo figlio. La nuova legge impone che il congedo possa essere prolungato di altri sei mesi, a condizioni che a beneficiarne sia l’altro genitore. Dunque una legge, dicono i suoi critici, a svantaggio proprio delle madri. Paradossi del femminismo della ministra dei Diritti delle donne, Najat Vallaud-Belkacem, che ha voluto anche un emendamento approvato pochi giorni fa e con cui è stata eliminata la dicitura “buon padre di famiglia”. La locuzione, presente anche nell’ordinamento italiano e che indica la diligenza che un debitore deve usare nel soddisfare l’interesse del creditore, agendo appunto come un “buon padre di famiglia”, è stata giudicata dal Partito socialista come “sessista”. L’altro paradosso è che se la legge, per eccesso di moralismo, vieta i concorsi di bellezza alle minori di tredici anni, nelle scuole sta promuovendo un vasto programma di educazione sessuale e di genere. Marie Duru-Bellat, il sociologo autore del libro “Scuola per ragazze”, scrive che il progetto socialista mira a fare della scuola “il paradiso dell’uguaglianza” e finisce per “ridurre gli studenti al loro sesso”. Il ministro dell’Istruzione, Vincent Peillon, ha visitato una scuola di Villeurbanne per lanciare il programma “Abc dell’uguaglianza”. Sul sito del suo ministero, Peillon ha postato un video della surreale visita alla scuola. “Con le macchinine possono giocare  sia i bambini che le bambine”, dicono Belkacem e Peillon ai bambini. E ancora: “Oggi ci sono tante donne che fanno la guerra e sono quindi chiamate ‘soldatesse’”. O anche: “La danza è riservata alla femmine? Una donna può diventare muratore? Un bambino può giocare con le bambole a prendere il tè?”. Un autentico rito della rieducazione.

“Maschile, femminile, neutro, altro”
In totale, 275 scuole francesi sono coinvolte nel progetto, da estendere a tutte le altre nel 2014. E in molte scuole i genitori stanno boicottando l’iniziativa. Il 28 gennaio diversi istituti della regione parigina hanno registrato fino al quaranta per cento di assenze. “Un giorno al mese senza scuola”, il nome dell’iniziativa di boicottaggio, ha riscontrato un successo inaspettato, tanto che ieri il ministro Peillon ha chiesto ai dirigenti scolastici di convocare i genitori che hanno aderito al boicottaggio, per spiegare quello che lui chiama “equivoco”. L’animatrice del movimento si chiama Farida Belghoul, storica militante delle battaglie contro il razzismo e oggi contro l’ideologia di genere, che definisce “malefica”. Ai bambini delle scuole elementari viene chiesto di scegliere il proprio “orientamento sessuale” fra quattro categorie: “Maschile, femminile, neutro, altro”. Il tutto con l’obiettivo finale, come spiega il sito del ministero per gli Affari sociali, di “decostruire gli stereotipi di genere”.

 

I titoli dei libri usati nel programma scolastico sono: “Ho due papà che si amano”, “Papà porta la gonna”, “Signora Zazie (ha il pistolino?)” e “La nuova gonna di Bill”. Libération racconta di un rapporto per le scuole, dal titolo “Standard per l’educazione sessuale”, in cui si suggerisce agli insegnanti di affrontare argomenti come “fertilità e riproduzione”. Nella categoria per bambini dai quattro ai sei anni c’è la sezione “masturbazione giovanile” e “la scoperta dei propri genitali”.
E’ l’uguaglianza à la française. Ma il direttore del Figaro, Yves Thréard, la chiama “lavaggio del cervello”.

 

di Giulio Meotti

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