Penisola arabica: aumentano i cristiani | Tempi.it

marzo 14, 2014 Leone Grotti

Per il vescovo Camillo Ballin, che recita la Messa all’ambasciata italiana in Bahrain, «la nuova cattedrale del Bahrain non avrà una croce sul tetto per non provocare nessuno»

I cristiani vengono costretti a scappare dal Medio Oriente ma aumentano nella Penisola arabica. Se in Siria e Iraq a causa di persecuzioni e attentati la popolazione cristiana diminuisce, stupisce registrare come in Kuwait, Qatar, Bahrain e Arabia Saudita i cattolici siano in aumento.

AUMENTANO I CATTOLICI. Come riporta il Boston Globe, a causa di filippini, indiani, srilankesi, pakistani e coreani che si recano nella Penisola arabica per lavorare, spesso in condizioni di vita difficili, la componente cattolica nella regione ha già raggiunto le 2,5 milioni di unità. In Kuwait e Qatar sono circa tra i 350 mila e i 400 mila, in Bahrain 140 mila e in Arabia Saudita 1,5 milioni. Non si tratta, come detto, di convertiti (l’apostasia in questi paesi è spesso punita con la morte) ma di immigrati.

Mideast Bahrain Church ProjectNOSTRA SIGNORA DI ARABIA. Nel 2012 il re del Bahrain, Hamad bin Isa Al Khalifah, ha donato 9 mila metri quadrati di terreno a sud della capitale Manama alla Chiesa cattolica per costruire la chiesa più grande dell’intero Golfo persico. Si chiamerà “Nostra Signora di Arabia” e diventerà la cattedrale del Vicariato dell’Arabia del nord.
Nei paesi della Penisola arabica, spesso, i cristiani non hanno chiese dove celebrare Messa e si ritrovano in case private per pregare, non potendo farlo in pubblico.

VESCOVO BALLIN. In Bahrain, chi vuole andare a Messa ha quasi come unica soluzione quella di recarsi all’ambasciata italiana, dove viene celebrata dal vescovo Camillo Ballin, 69 anni, missionario comboniano. Recentemente negli Stati Uniti per raccogliere offerte per la costruzione della Cattedrale, che costerà circa 26 milioni di euro, ha parlato alla stampa: «La decisione del Bahrain è un buon segno di dialogo che dovrebbe essere imitato da altri paesi», dichiara. «Non è la politica di questi paesi a imporre l’islam ma le pressioni che spesso arrivano da singoli individui o dai movimenti estremisti islamici».

NESSUNA CROCE SULLA CATTEDRALE. Ballin ammette che spesso i cristiani vengono discriminati, ottenere un permesso la domenica per andare a Messa è quasi impossibile e i datori di lavoro promettono aumenti e promozioni in cambio della conversione all’islam. Il vescovo rivela che la nuova cattedrale non avrà una croce sul tetto né sui muri per evitare ogni rischio: «Nel mondo arabo in generale c’è in questo momento un fanatismo crudele e non vogliamo provocare nessuno rendendoci un obiettivo. Essendo cristiano, mostrare esternamente la croce è importante ma non è essenziale. Ciò che conta è testimoniare il cristianesimo con le nostre vite: siamo figli di un Padre che ama tutti».

«UN GIORNO GLORIOSO». Ballin spiega anche che alcuni paesi arabi stanno diventando più tolleranti verso i cristiani. Non è il caso dell’Arabia Saudita, dove la notizia della costruzione di una chiesa cristiana copta è stata prontamente smentita. «Là i musulmani dicono che l’intero paese è una grande moschea e che non si può costruire una chiesa dentro una moschea. Ma il giorno in cui potremo costruire una chiesa in Arabia Saudita sarà un giorno glorioso non solo per i sauditi ma per tutto il mondo».

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